— 96 — dei cittadini colla maggioranza di due terzi dei votanti. Alla nomina a Protettore, il Consiglio aggiungeva il dono di una certa somma di denaro 50). Riassumendo quanto fu esposto riguardo alle singole magistrature, vediamo la città di Rovigno, come in generale tutte le terre venete, nei secoli XY e XYI godere bensì d’un largo governo municipale autonomo, ma questo con carattere stretta-mente oligarchico. Il potere legislativo ed amministrativo era tutto attribuito alla Comunità, 1’ esecutivo stava nelle mani del Podestà rappresentante il governo centrale, il giudiziario veniva diviso fra il Podestà ed i Giudici eletti dal Consiglio. Però la Comunità, ossia il Corpo dei cittadini chiamato al publico governo, formava un tutto a sè, chiuso ai popolani, ed a coloro che non fossero nati cittadini. Alle poche famiglie cittadine che costituivano la Comunità, soltanto perchè d’origine cittadina, era riservato tutto il potere ; mentre le numerose famiglie popolane, soltanto perchè popolane, erano interamente escluse da ogni partecipazione alla cosa publica. Ai soli cittadini il diritto di comandare, ai popolani il dovere di obbedire. Perchè tale costituzione potesse perdurare inalterata anche nei secoli venienti, sarebbe stato mestieri che il Corpo dei cittadini non abusasse del potere posseduto, e che in Rovigno durassero immutate le sue condizioni economiche e sociali. Ma così non fu. I popolani, rinforzati da numerosi forestieri che nei secoli XVI e XVII da ogni dove vennero a stabilirsi in questa terra51), 50) Nel gennaio del 1787 fu eletto dai Cittadini a loro Protettore in Venezia il Podestà Contarmi allora uscente di carica, e gli furono regalati 200 ducati. „21 aprile 1783. Partenza di S. E. Pod. e Cap. Matteo Dandolo per Parenzo, ed in ieri nel Consiglio fu presa parte di eleggerlo per Protettore della Comunità, e passata la parte, gli fu presentata dai Capi della Comunità ed indi fu invitato in casa del Sig. Costantini uno dei Giudici a goder nella sera un’ Accademia di suoni, di canti ed in rinfreschi.“ Così il Biancini nella sua Cronaca. 61) Nel Memoriale presentato dal Consiglio il 7 marzo 1684 (cfr. Angelini, Ms. Term. 4, 244) scrivevano: „In questi ultimi tempi ingrossato il popolo da una colluvie di gente forastiera...“