La morte 469 del suo valore. Solo un giornalista jugoslavo pubblicò sul JVo-vosti di Zagabria una sarcastica, insolente biografia colma di errori e di livore: « La sua grande “opera” — diceva fra l’altro — è quella che tra Palermo e Napoli ha affondato la grande nave da guerra “San Giorgio” della quale egli stesso era comandante. Durante la guerra libica egli è “ quasi riuscito” a sbarcare sulla costa tripolina le truppe. Una volta ha “quasi” raggiunto il Polo Nord...» Per denigrare l’avversario vittorioso altro dunque non restava che falsificare cosi la storia. A un anno dalla morte di Cagni anche il Duca degli A-bruzzi scomparve laggiù in Somalia dove fu sepolto. Allora alla Spezia,t nel museo navale a ridosso della poppa della “'Stella Polare” fu eretto un altare e celebrato un rito funebre: non più la dura pressione dei ghiacci attorno a quel cimelio glorioso, ma la commossa reverenza dei convenuti per la memoria del Principe trapassato e dei suoi compagni di lotta, di sofferenza e di vittorie. Dove si onora il Duca si onora Cagni che nelle maggiori imprese fu il suo massimo collaboratore, perché i due temperamenti ebbero comuni le migliori virtù. Ma ebbero anche caratteristiche individuali diverse. La figura di Cagni emerge sopratutto in una luce di intrepidezza fredda e risoluta, benché l’animo suo fosse assai più ricco di umanità di quanto non apparisse dal riservato contegno della persona. Egli fu un perfetto uomo di mare, dotato delle qualità fisiche e morali di coloro che, anche se nati lontano dal mare e da famiglie del tutto prive di tradizioni marinare, sono portati alla nuova vita da una misteriosa vocazione e da un impulso avventuroso che li fa emergere nella carriera e nell’ambiente prescelto, benché il comando navale richieda un complesso di doti che non occorre in nessun’altra professione. Infatti un buon ammiraglio deve possedere studi vasti d’ordine scientifico, diverse lingue, l’arte del comando, pratica di manovra, naturale ascendente sugli equipaggi, spirito militare, senso dell’organizzazione, capacità diplomatiche, tatto e durezza secondo le circostanze, resistenza fisica e agilità mentale per le pronte risoluzioni, istinto e pazienza di educatore. « Orbene — ha scritto un inten-