- 34 - Quest’opinione però non mi persuade; perchè il martirio di numerosi martiri sull’isola di Rovigno supporrebbe condizioni storiche tutt’ affatto diverse da quelle che quivi esistevano nei primi secoli del cristianesimo; ed inoltre per la seguente ragione topografica. La vecchia strada, la principale, anzi l’unica ,6), che metteva dall’antica piazza di Rovigno (piazza del Trivio) alla sommità del monte, si chiamava sempre, e si chiama tuttodì, contrada Montalbcino: segno evidente adunque che il monte aveva originariamente il nome di Mons Alitami,s e non di Mons rubeus. Di più il monte di S. Eufemia era ed è Rovigno allora inabitato e di publica ragione. -Le lapidi dei templi eretti alla Fortuna ed all’Istria, sarebbero quindi, sempre secondo il Vergottini, da interpretarsi quale ricordanza del fortunato cangiamento da essi fatto dal loro alpestre soggiorno in quello migliore del piano, e della ospitalità ricevuta da’ conterminanti nostri provinciali. L’ipotesi è ingegnosa, ma priva d’ogni base storica. *6) „Una cinta, di mura venne costruita a recingere il culmine del Monte, dove fu edificata la nostra prima Chiesa parocchiale di S. Giorgio, e dove s’inalzava il Forte sopra lo spazio circolare, che tuttora viene segnato dalle mura del Cimitero rifabbricate fra la scaletta di S. Tomaso e quella dell’ Ospitale, prolungata intorno la Chiesa medesima dietro il Campanile, dove tuttora si ravvisano le vestigia. Si congettura che in quel Forte si entrasse dall’ abitato mediante un solo ingresso verso levante per un sottoportico distorto e fortificato, che sarebbe stato quello oscuro tuttora esistente e ben conservato, che dicesi Corte dei Zaratini nell’antica contrada, di Sanvincenti; poiché non si riscontrano in verun altro sito prossimo all’ esistito Forte simili approcci, e l’unico suddetto ancora visibile aveva sbocco, a non lontana ricordanza, sotto un arco in prossimità alla strada, che da S. Giuseppe mena giù all’ ospitale delle donne e quindi a contatto del Forte. Una località sul monte stesso, salendo la contrada di Montalbano, è tuttora chiamata Pomer ossia Pomario, eli’ era in antico uno spazio di terreno sacro vicino alle muraglie, di cui non era lecito farne alcun uso. Ciocché induce a credere, che dall’ abitato fino alle mura del Forte, tutto all’intorno vi fosse, tranne il suddetto approccio, uno spazio di luogo vacuo, come in alcune parti ancora si scorge, ed in altre si può anche presentemente rilevare e conoscere,,. Così il sig. Ant. Angelini ed il can. Caenazzo, ambedue autorità in proposito. Aggiungo che, allo sbocco di questa strada di Montalbano, là ove metteva alla porta del Castello, a custodia della strada e del porto, venne inalzata una forte torre nel sito fra l’ospitale ed il cimitero. La torre rovinò verso il 1700. Cfr. la Terni, del Consiglio 5 maggio 1705.