— 239 — con a bordo i reali di Napoli, i quali alle ore 9 scesero a terra salutati dagli arciduchi e dagli evviva della popolazione. Erano S. M. Ferdinando II re delle Due Sicilie, la sua consorte Maria Teresa arciduchessa d’Austria, nonché i fratelli del re Don Luigi Carlo duca d’Aquila e Don Francisco di Paola conte di Trapani ed il loro seguito. Portatisi i Reali all’abitazione loro preparata, dopo le consuete solenni presentazioni, e passate in rivista le truppe di presidio, vestitisi alla borghese e fatte togliere da tutti gli alloggi le guardie d’onore, fecero essi un giro per la città, mentre intanto s’ ancorava nel porto la divisione navale austriaca composta di 13 legni. Gli augusti Ospiti rimasero a Rovigno dal 1 sino all’8 giugno, vivendo quali semplici privati, e prendendo parte ad una serie di feste popolari, preparate o dalla cittadinanza o dal Municipio. Ai 2 giugno arrivò da Trieste l’arciduca Giovanni, fratello del defunto arciduca Carlo, salutato con espansione „da numeroso popolo accorso con giubilo a vedere il buon Principe che molte prove di benevolenza aveva dato alla popolazione rovignese più volte da lui visitata“. Ai 3, i Reali assistettero alla processione del Corpus Domini, e questa fu la prima volta in cui vennero costruiti i quattro altari, ove la processione sostava e si cantava l’uno dei quattro evangeli2). In questo giorno l’equipaggio di tutti i legni da guerra ebbe il permesso di scendere a terra; nè mai Rovigno vide tanta e sì diversa ufficialità in migliore intrinsichezza colla popolazione, la quale faceva a gara nel mostrarsi ospitale e cortese. Ai 4, imbarcatasi sul „Tancredi“, la famiglia reale fece nel dopo pranzo una gita sino a Pola, d’onde ritornò nella stessa notte, e trovò tutto il porto ed il campanile splendidamente illuminati. Ai 5 venne da Parenzo a visitare i Sovrani il vescovo Peteani, e nel giorno stesso giunse in porto il brick siciliano „Principe Carlo“ cogli alunni della r. marina napolitana. Ai 8 partirono i Sovrani salutati da tutta la popolazione accorsa alla riva: la divisione navale austriaca si schiero in alto mare in ordine di battaglia, lungo il cammino che doveva tenere il r. piroscafo „Tancredi“. Prima di partire, gli eccelsi Ospiti vollero lasciare 2) Quest’uso cessò pochi anni fa, e si tornò all’antica consuetudine della fermata nella chiesetta di S. Carlo.