45° Console del mare parso nel lontano 1900 davanti a un tribunale in Norvegia. Ora la ruota del destino aveva girato tanto che proprio a lui toccava la funzione di giudice nell’esame di una nuova tragedia polare assai più complessa del caso Querini. La Commissione iniziò i suoi lavori ai primi di novembre nella vecchia sede del Ministero della Marina. Vi parteciparono interpreti per le lingue dei testimoni stranieri, rappresentanti diplomatici, gli aeronauti sopravvissuti ed i membri delle varie spedizioni di salvataggio. Cagni presiedette sempre personalmente conducendo gli interrogatori di sua abile iniziativa, preciso, sintetico, spesso duro quando qualche deposizione gli sembrasse reticente. Ed il 27 febbraio 1929 presentò la relazione al Duce. Essa doveva servire come base per gli opportuni provvedimenti pur restando riservata, tanto che Cagni, quando Mussolini gli offri una delle sole tre copie del documento, pago del dovere compiuto, vi rinunciò. Tuttavia le polemiche non si esaurirono perché alimentate dalle pubblicazioni dei vari protagonisti e da una ignobile campagna diffamatoria che perdurava all’estero. A tagliar corto, nel gennaio 1930 fu ordinata la pubblicazione integrale della relazione. Allora, attraverso quelle pagine, Cagni divenne la guida di milioni di lettori che orientò in tutto il mondo verso la conoscenza dei fatti reali.