— 188 — rilevare i bisogni dell’infermo per ogni singolo giorno, o per l’intera settimana, che notava in calce alla fede medica, ed il Tesoriere poi pagava l’importo a norma degli Statuti. La direzione di questa Confraternita venne assunta dalla Congregazione dell’Oratorio. Cessò essa pure nel 1807, ed il suo capitale, allora di lire 41.800, passò alla Congregazione di carità. § 8. Vita cittadina. „Gli abitanti di Rovigno sono rozzi di civiltà e vestono il più di rasse. Non vi sono case nobili, ma tutte genti povere, ma di bell’aria, e così vi sono belle donne“. Queste parole, che il vescovo di Cittanova Tommasini (Comm. 5, 425) scriveva nel 1650 circa, sono il più veritiero commento al „li e posso dei deserti“ iscrizione che i Rovignesi avevano fatto scolpire, un secolo prima, sul „Porton del ponte“ all’ingresso della loro terra. E di fatti, quelle famiglie che nei secoli XVI e XVII, dall’ alta Italia, dalle contermini terre dell’ Istria, dalle isole del Quamero, dalla Dalmazia, dall’Albania e persino dalla Grecia trasportarono la loro sede nella nostra città, appartenevano presso che tutte alle classi lavoratrici, a’ pastori, agricoltori, pescatori, marinai, artigiani, qui venuti per migliorare la loro condizione sociale; laonde non ci sorprenderà nè la rozzezza dei loro costumi, nè la povertà del loro vestire. Gran fatto diversi, meno poche eccezioni, non potevano essere neppure i costumi degl’indigeni, tutti dediti all’agricoltura, alla pesca, alla marineria, arti in generale aliene da inutile lusso e fautrici di prosperoso sviluppo fìsico. Noterò tuttavia che il giudizio del Tommasini sulla povertà degli abitanti di Rovigno non devesi prendere proprio alla lettera. Nel protocollo ') del notaro Gambello havvi la carta ') Questo e gli altri inventari e le carte di dote ricordate nel presente capitolo esistono negli Atti notarili conservati nell’ Archivio dell’ i. r. Tribunale circolare di Rovigno, d’ onde io stesso le trascrissi.