— ‘220 — Il barone de Roth governatore della provincia, venuto a Ro vigno il giorno 16, cercò di appianare le differenze esistenti tanto fra le varie famiglie, quanto fra la Direzione politica e il Tribunale giustiziale; ed alla sua presenza si venne a publica riconciliazione. Ma nè l’intromissione personale del Governatore, nè quella delle Autorità ecclesiastiche 3I), nè le publiche missioni tenute nel nostro Duomo dai 12-27 maggio dal canonico d’Arbe Dal Bona2), valsero ad estirpare dall’ animo dei cittadini il germe di quelle fatali dissenzioni che dovevano pochi anni appresso condurre la città sull’ orlo della rovina. Il Comune, come fu già detto, aveva cercato di venire incontro a tutti i desideri del Governo austriaco, specialmente in ciò che rifletteva l’acquartieramento delle numerose truppe; ed oltre alle rilevanti spese sostenute a tale scopo negli anni precedenti, nel 1803-4, affinchè non fossero ulteriormente aggravate le case dei privati coll’ acquartieramento delle truppe, ridusse il Granaio di S. Damiano a Caserma capace di due compagnie spendendovi lire 43.300, prelevate per % dal S. Monte di pietà, e per ì/3 dagli utili del Fondaco, a titolo di prestanza che non fu mai più rimborsata. Un’ altra questione, che tenne occupata in questo tempo la magistratura civica, si fu il continuo aumentarsi del prezzo di tutte le derrate, e specialmente di quello della carne, che si pagava a soldi 15 la libbra. Ma per le difficoltà di provvedere il necessario bestiame non almeno per il concordato del 1714. Più tardi il popolo si accorse della mancanza dei quadri, e saputo il fatto, siccome ebbe sempre buon senso, disapprovando altamente l’arbitrio de’ suoi prepositi, in unione al Capitolo li reclamò con tanta perseveranza che alla fine li riebbe“. Vacchette Capitolari e Memorie Angelini (nel Ms. delle Memorie eccl. di Rovigno del can. T. Caenazzo). 3I) Una fiera inimicizia che durava dal 1801 fra varie famiglie influenti della città fu pacificata nella mattina del Martedì santo 5 aprile 1803 dal Predicatore quaresimale. 3a) Racconta l’Angelini nelle sue Cronache che quando il missionario Dal Bon dopo l’ultima sua predica discese dal palco, il parroco d’ allora Dott. Beroaldo, uomo di grande esperienza, montatovi su gridasse all’uditorio con frase marinaresca: „Garbinazzo, garbinazzo, quel che trovo lasso“. — In memoria di queste S. Missioni, fu ai 27 piantata una Croce di pietra in pian del Laco fra le due porte, vicino al muro. Ora trovasi sul dinanzi del Convento.