— 28 — popolo dei Veneti, sotto lo splendido cielo italiano, ed a contatto della fiorente coltura etrusca, elevò ad un alto grado di perfezione l’arte di fabbricare quei manufatti in bronzo, che servivano d’ambito ornamento ai vivi, di pietoso ricordo nelle tombe degli estinti; e fu anche il mediatore del commercio fra i prodotti del settentrione e quelli che ai nostri lidi venivano dalla Grecia e dall’ Apulia. A questa primitiva popolazione veneta, si sovrapposero i Celti, qui giunti al finire del V secolo attraverso le Giulie dalle regioni dell’Europa centrale. La loro venuta segna un regresso nelle arti fittili e fusorie. La storia, la radice etimologica della grande maggioranza dei nomi dei nostri monti, dei nostri fiumi, delle nostre città, gli usi e costumi degli antichi Istriani, e le numerose fìbule di tipo la Tene del secondo periodo rinvenute sui castellieri o nei tumuli delle necropoli, confermano la presenza di questo secondo popolo a lato dell’ originaria popolazione veneta. Qual parte avessero avuta gli abitatori della contrada rovignese nell’ eroica difesa opposta da Epulo re degl’ Istri ai consoli Manlio Vulsone e Giunio Bruto lungo il Carso triestino nel 178, e quindi nel seguente anno al console Claudio Pulcro sotto le mura di Nesazio al Quarnero, tace la storia. Certo si è che durante la dominazione romana, e specialmente nei primi secoli dell’ Impero, anche questa parte dell’ Istria contò numerosi abitatori. L’agro di Ro vigno, nelle rovine e nei ruderi ivi esistenti, vuoi sepolti, vuoi all’ aprico, conserva numerose pagine, ancora non lette, della sua storia antica. Rovine di caseggiati, di torculari, di fornaci, rovine di cisterne (le casematte), di pozzi, di edifìci balneari, cave di pietra lavorate dai Romani, quindi tombe murate, olle, embrici, tubi di piombo di grande diametro di metallo dalmatico e di fabbrica saloni-tana *) coi bolli C. IVLII. XANTI, tegole di fabbrica aquileiese o d’ altra italica coi bolli PANSLANA nella località di Polari e FAESONIA in quella di Cisterna presso Vistro, e persino indizi di vetriere si rinvennero nell’agro rovignese. Ovunque si volga intorno lo sguardo per l’agro di Rovigno, s’incontrano avanzi dei bei tempi di Roma; i nomi così frequenti di predi ') Dr. Kandler, Escursioni nell’agro di Ro vigno (Istria, a. 4, n. 35, pag. 150).