- 186 - presso che sempre di color verde. Consueto ornamento del capo era una serie d’ aghi d’argento6) ; il collo lo cingevano di tondini, o d’ingranate, o di fili di perle con perusini d’oro ; e molte volte aggiungevano anche la „fede“ d’oro. Completavano 1’ ornamento grande ricchezza e varietà di cordelle e di nastri per la testa e per le vesti, di seta, di filisello (filugello), dalle tinte forti e variate. Nel vestito degli uomini, in generale preponderava il nero nelle sopravesti, il nero od il rosso od il turchino nelle brache, che portavano corte sino al ginocchio, e nel vardacuor; di tinte più forti erano le calze, o scarlatte, o rosse, o verdi, talvolta bianche. E ben fornita era la casa di comoda popolana, che spirava, come s’esprime il vescovo Tommasini 1, 15, 1’ antica semplicità e parsimonia istriana. V’ erano e le cortine da letto, e la lettiera, e lo specchio, e lo scagno grande colla sua coperta rossa, ed i bancali veneziani o di Puglia, e due casse d’albeo, e le cortine verdi per le finestre, ed i piatti di peltro, e la tela bianca da nappa, la quale col suo candore, rappresentava la nettezza di tutta la casa. Se i matrimoni a fratello e sorella, usati allora comunemente nell’Istria, dovevano la loro ragione, come opina anche il Tommasini, 1, 22, al fatto che „affaticandosi molto le donne ed accumulando facoltà era giusto eh’ esse pure ne avessero la loro parte“, questa ragione doveva valere in special modo per le donne rovignesi, le quali, d’energia virile, erano non solo l’anima della casa, ma molto spesso la mente direttrice 1’ attività del marito e dei figli. Eccetto il griso e la tela casalina, che le popolane tessevano per la massima parte in casa propria7), dopo averne filato il lino od il canape, pressoché tutte le altre manifatture erano importate da altre province. Cordelle per testa e per vesti da Udine o da Padova, groppetto da Verona, tovaglioli e mantili todeschi, terlise todesco, cambrada todesca, raseto di Fiandra, 6) Anche il Tommasini, parlando del vestire delle donne a Yalle, Dignano e nella Polesana scrive: „adornano la testa con concieri di seta seminati con copia di aghi d’ argento semplice, ovver indorato“. ’) Quest’ uso di tessere in paese la loro tela casalina durò anche nel secolo seguente, e nel 1780 v’ erano in Eovigno 63 telai per tela. Col secolo XIX anche quest’ industria andò mancando.