— 186 — quadrati 1571. La costruzione del campanile e della chiesa, senza tener conto delle varie spese minute, richiese oltre 500.000 lire, somma invero cospicua e per quei tempi e per il numero degli abitanti della terra di Rovigno. Mentre la città andava in tal modo ampliandosi ed abbellendosi, mentre la sommità del Monte s’era ornata d’un nuovo e sontuoso duomo, gli abitanti non avevano trascurato di rendere facile ai navigli l’approdo nel porto di S. Caterina, e di assicurarlo contro le bufere specialmente sul lato di ponente più esposto ai marosi. Essendo rovinato l’antico Molo (o por-porella) di Calsanta, situato al termine della spiaggia di Sotto-muro, (ove al presente trovasi il molo nuovo), il Consiglio dei cittadini già nella seduta del 8 agosto 1567 deliberava di riedificarlo, e stabiliva in pari tempo i mezzi onde sopperire alle necessarie spese. Non si sa per quali ragioni, ma il fatto si è che tale progetto dormì per ben 112 anni, sino a che fu ridestato nel 1680. Portato nuovamente in Consiglio li 2 giugno, venne stabilito di dare principio senza alcun indugio alla costruzione del nuovo molo, il quale doveva avere la lunghezza di 60 passi, la larghezza di 6, con una spesa calcolata a 25.000 ducati. Il Fondaco doveva antecipare 1.500 ducati, coi quali si porrebbe tosto mano all’opera. Il Senato veneto, col decreto 6 luglio 1681 approvò la terminazione del Consiglio, anzi mise a disposizione dell’impresa un arsile, affidando in pari tempo alla Carica di Capodistria la sopraintendenza dell’intero lavoro sì in linea finanziaria che in linea tecnica. Ma anche questa deliberazione non ebbe miglior sorte della precedente, e rimase a giacere per altri 46 anni. Nel 1747 la confraternita di S. Nicolò de’ marinai, congregatasi nel palazzo pretorio, tentò di far rivivere il progetto, e propose, in aggiunta alle precedenti, varie altre modalità per facilitarne l’esecuzione. La questione fu quindi portata nuovamente nel Consiglio dei cittadini nel marzo del 1749, e si fece venire da Venezia un perito, perchè studiasse meglio il progetto, e ne desse un particolareggiato rapporto. Questo progetto fu dal Senato a sua volta sottoposto all’ esame della Deputazione al commercio, il che rese necessaria una lunga serie di rilievi e scritturazioni. Finalmente nel 1796, dopo tanti andirivieni, tolte di mezzo tutte le difficoltà, e firmato il progetto definitivo, si doveva