- 126 - frumento, dei legumi, di ogni genere di biade, di tutti gli animali minuti vivi e nascenti, del vino e del formaggio23). A tale uopo furono mandati a Venezia agli Auditori delle sentenze, quali Procuratori generali della Comunità, i due Sindici Andrea del fu Antonio, ed Ambrogio del fu Macliioro, affinchè facessero annullare la sentenza del 1423 e ristabilire nella loro pienezza le consuete decime; come avvenne di fatto per mezzo della Ducale Francesco Foscari 15 maggio 1481 24). Nel territorio di Rovigno teneva dei predi anche V ordine dei Giovanniti25). E ricordato in tale proposito un’ affittanza di tutti i beni della Commenda di Rodi in Rovigno fatta nel 1563 per 20 scudi d’oro all’ anno ; e sappiamo che nel 1601 venne compilato il catastico dei beni posseduti in Rovigno dalla detta Commenda. Questi terreni formavano parte della Commenda di S. Nicolò di Levata, ed erano lasciati in affitto. Ma gli affittaiuoli, avendovi fatto delle piantagioni di alberi e di viti, pretendevano in risarcimento per questi impianti, non solo di non più pagare l’affitto convenuto, ma anche che non si potesse loro togliere il fondo neppure riborsandoli delle spese sostenute. Presero pertanto a disporre di questi terreni come di cosa loro propria, e si opposero con atti violenti a chi voleva obbligarli alla rinnovazione dèlie affittanze triennali prescritte 23) Ducale Francesco Foscari 16 maggio 1431. Questa Ducale è ricordata anche nella Parte del Consiglio 27 novembre 1785. — Angelini, Ms. Terni. 6, 62. ”) Nel 1595 fu presa nel Consiglio dei Cittadini la Parte 22 gennaio per la quale si lasciava a beneficio della Sagrestia di S. Eufemia per la provvista dei paramenti il nocchio delle olive nei torchi. Il Senato col Decreto 22 decembre 1646 impose ai laici che tenevano feudi ecclesiastici la cosiddetta Tansa onde sopperire ai Insogni della Republica nella guerra contro gl’ infedeli. “) A destra della Piazza grande esiste in Rovigno la contrada Crociera dei Frati, così chiamata da due strade che qui fanno croce, e dalla casa n. 230 che la tradizione dice essere stata ospizio dei Cavalieri di Malta. Sopra la porta di detta casa havvi, sormontato da corona, uno stemma con due braccia incrociate e la Croce nel mezzo, da cui pende il tosone.