- 50 - lettera le parole del privilegio dell’imperatore Ottone che a tali castella si riferivano, con grande fatica e spesa s’aveva fatto rinnovare tale privilegio dal re dei Romani Rodolfo d’Asburgo, e da lui s’era fatto investire di tutti i diritti contenuti nel sopracitato diploma. Forte di tale investitura, pretendeva ora per sè la signoria di Rovigno, tanto più che nel pontefice trovava valido appoggio in tutti questi suoi tentativi di rivendicazione. Ma queste sue pretensioni, oltre che coi Veneti, lo inimicarono anche col patriarca di Aquileia, il quale da quasi un secolo si teneva per legittimo ed incontrastato padrone delle sunnominate castella, ed ora appunto stava trattando colla República per un accordo sul possesso delle medesime. Non desistendo il vescovo Bonifacio da queste sue pretese, non avendo per di più voluto obbedire ad una citazione del patriarca per tale argomento, anzi essendo ricorso al pontefice contro il patriarca suo legittimo metropolita, il patriarca, offeso da tale comportamento, se ne vendicò mandando contro il vescovo renitente, con forte mano di truppe, il nipote Nicolò, il quale prese ed arse nel 1800 il castello d’Orsera, possessione vescovile, ove il vescovo Bonifacio soleva trovare rifugio e protezione contro i suoi avversari34). In questo periodo di tempo, altri avvenimenti succedevano di capitale importanza vuoi per la nostra città, vuoi per l’intera provincia. L’Istria, che nel 952 era passata in dominio dei duchi di Baviera, poscia nel 976 sotto quello dei duchi di Carinzia, e nel 1173 era venuta in signoria degli Andechs-Merania, non doveva la liberazione dalle piraterie dei Saraceni e deiNarentani a questi suoi padroni stranieri e lontani, bensì alla veneta República, J4) Kandier, Cod. dipi. istr. a. 1301. Il vescovo Bonifacio scriveva al pontefice: Castrum Ursarise, quod solum remanserat Episcopo pieno iure subiectum, et in quo habebat quasi totam stipem vitee suee, pro eo quod ausus est dicere in defensionem iurium Ecclesise Parentinte, quod Aqui-leiensis Patriarcha nullam temporalem Iurisdictionem habet, in Parendo, Rubino vel Montona, spoliari iussit; et abstulit familia sua uno die sep-tingenta capita boum, prseter. minuta ammalia, et tandem nepos suus expugnavit, et ignis incendio devastavit...