— 312 - è negli angoli a bozze rustiche; quelle parti ornamentali che tuttora rimangono tra i frammenti sono di bella squadratura e di bella composizione, vedemmo capitelli e basi marmoree, capitelli corinti intagliati in pietra bianca, pietre riquadrate e bene tirate da lastrico, frammenti di marmi, di cotto, di colonne, ed altri avanzi che attestano l’esistenza di abitazione di lusso. La quale durò non soltanto nei tempi pagani, ma anche nei tempi cristiani, poiché vedemmo avanzi cristiani, e traccie di chiesetta che esisteva. Tra’ ruderi che grandemente ingombrano si rinvennero monete antiche e bizantine, armi da taglio, treccie in quantità, lucerne, serrature e chiavi, proiettili di pietra di dimensione quanto un arancio, e quantità di pallottole in cotto, bucate che si attaccavano ad un’estremità delle treccie, fìbule ed utensili. Dai quali avanzi dovrebbe dedursi che la Torre abbia sussistito durante i tempi romani, ed i bizantini, rotta forse quando la provincia fu conquistata da Oarlomagno. A giudicare dagli avanzi, la torre fu presa, atterrando la muraglia dal lato di mezzogiorno, e la muraglia fu atterrata non per impeto di proiettili chè l’avrebbero forata, ma per completo rovesciamento. Non mancano gli indizi d’incendio patito ; e noteremo qui a lode dell’ arte antica di costruire, che inserite nel grosso dei muri travi di rovere per tenerli legati, fanno ancora l’ufficio loro, divenute durissime da resistere al taglio. Noi pensiamo che questo edifizio servisse ad abitazione del supremo Magistrato della provincia, del procuratore, poi dei maestri de’ militi sotto l’impero bizantino. Da luogo non lontano fu ricuperato dal Sig. Carlo De-Franceschi brandello di marmo greco salino, su cui le parole PROO • AVGL, perduto sgraziatamente il restante. Nel memorabile Placito istriano tenuto nell’804 si annoverano le possessioni che formavano l’appannaggio del governatore della provincia, e tra queste annovera POIACELLYM. Ci venne detto che nelle vicinanze della torre vi sia contrada il di cui nome odierno ricorda Pojacello ; ma ciò avrebbe duopo di migliore investigazione e sussidio di altre condizioni, che non ebbimo agio di fare. Della torre diremo, come stia a quattro miglia di distanza dalla Val Saline, ed a meno di quattro da Vistro, luoghi che vanno segnati per l’abbondanza di ruderi antichi, per la comodità dei porti, per la bellezza dei seni“.