“Pirmomlt Rrolt" •7 certo. Eppure sotto quella cenere maturava la sicura vitalità di nuove generazioni; una lenta e quasi inconscia trasformazione ascensionale, sia pure aH'infuorì del controllo e dell'iniziativa dello Stato. Proprio durante quest'epoca Manfredo Cagni, tetragono nella disciplina e nella fede tradizionali del suo Piemonte, allevò i suoi figlioli in atmosfera patriottica; mentre il padre era trattenuto lontano dai doveri del suo servizio, i ragazzi restarono affidati a una madre esemplare. Benché uomo d'armi e d'azione, senza crisi spirituali, anche Manfredo Cagni si abbandonò talvolta all'ispirazione poetica secondo il costume romantico del suo tempo. E un giorno, forse preso da nostalgia per i cari bimbi lontani, la bella moglie e la sua casa, interpretò in una lunga canzone il senso panico che assale i genitori quando considerano il destino ignoto delle loro creature, e protestava: Sfa da noi per ttmfnt Fuggir vedrò «w tema e fon itgrrta Prua i lafiom si ¡téla. lo n néro 4*1 temo Oc* or ti qmela* tutu mitrt raglu Correr dtì mondo olir fallati togli*. E futlU toglie di doralo afelio Atuioti ¡mrdittrlt, Sfurili dot moli di m ardenU no re... Melodrammatico Lamento man in bocca alla madre ansiosa ed amorosa, che sembra invero il piti giusto canto della culla per il piccolo Umberto Cagni, ch'era nato con l'istinto delle rischiose imprese.