— ‘285 - l’implorata grazia, riconobbero subito per loro madre la nostra chiesa Collegiata, ricevendo da essa l’assistenza nei loro spirituali bisogni e contribuendo ogni anno al Capitolo, come gli altri sudditi, la decima di ogni prodotto e le primizie secondo l’antica consuetudine di questo paese. Ma siccome quei nuovi abitanti coll’ erezione della Villa si fabbricarono anche la loro chiesa sotto gli auspici di S. Antonio abbate, e quando aumentarono le famiglie, vollero pure un prete permanente per tutte le loro occorrenze spirituali. Perciò li 20 agosto 1596 stipularono una convenzione col Capitolo, sanzionata dal vescovo di Parenzo e dalle civili autorità. Fra le cose convenute si è (cap. IV) : „Che il Capitolo sia obbligato di provvedere a detti Morlachi di un prete slavo atto et idoneo alla cura delle anime da essere presentato da esso Capitolo a monsignor Vescovo e dalla Sua Sig. Illustr. approvato e dal Capitolo pagato continuamente“, e che quegli abitanti continuerebbero sempre a contribuire le dovute decime nella ventesima parte dei prodotti e le primizie. Da questa epoca i curati di detta Villa venivano presentati e scelti coll’obbligo di dover ogni tre o cinque anni produr supplica per la conferma, onde in tal modo stimolarli ad usare il maggior zelo e premura nella cura di quelle anime, e col saggio riflesso d’impedire abusi, licenze e peggio, che potrebbero eventualmente provenire qualora la elezione fosse vitalizia. Il Capitolo corrispondeva a questo Curato 30 mezzene di frumento. 25 di orzo, 12 barile di vino e 12 agnelli ogni anno. Soppresse le decime, gli fu assegnato un indennizzo, che anche al presente riceve, dal tesoro dello Stato, ed un supplemento di congrua dal fondo di religione. Dal fin qui detto si conosce il lus prceséntandi del Capitolo di Rovigno per. la parrocchia di Villa, diritto riconosciuto, esercitato e rispettato anche in data odierna. Se all’epoca di questo fatto i canonici non fossero stati curati, come alcuni pretendevano, certamente quei villici non potevano ricorrere al Capitolo per la loro assistenza spirituale, nè esso assumersi un tale impegno. E si legge negli Atti capitolari, che da quel tempo fino al recente 1829, in mancanza di sacerdoti, o impediti per malattia, il Capitolo spediva tosto a suo nome e spese uno dei canonici per quella Cura.