- 71 — avessero avuto ampia sodisfazione per la morte dei loro compagni. Il Yice-generale promise giustizia esemplare: i soldati partirono; ma partiti che furono, di giustizia non si parlò più, e gli uccisori rimasero impuniti. Anche nel periodo seguente la città continuò ad essere armata e munita. Così sappiamo che nel 1645, a richiesta dei cittadini, ebbe a munizione 200 moschetti, 2 falconetti e 2 periere colla necessaria quantità di piombo e polvere 19). Scoppiate le guerre coi Turchi, i Rovignesi vi presero parte attiva e degna d’encomio ; in quanto che non risparmiarono nè sangue nè denaro per dimostrare la loro affezione al veneto governo durante queste lotte contro i nemici dello stato e della religione. Difatti nel 1688 offersero 20) spontaneamente un’ oblazione di 500 ducati „durante bello“, ed altri ducati 1500 li offersero nel 1651, quando le necessità della República s’erano notevolmente accresciute per il perdurare della guerra di Candia. Scoppiata nel 1685 altra guerra coi Turchi, Rovigno vi cooperò non solo mediante i marinai ed i soldati che si arruolarono sulle galere venete, ma anche nel 1687 con800zecchini21). Alcuni anni di poi, cioè nel 1693, quando la guerra contro la Turchia prese maggiori proporzioni, Rovigno, abbenchè avesse le sue finanze sì fattamente esauste da dover supplicare il Senato che le fossero retrocessi quei terreni eh’ essa tempo 19) Ducale Francesco Erizzo 11 agosto 1645. 20) Probabilmente invece del 1738 deve andare l’anno 1748, poiché nei' 1738 Venezia non era inviluppata in nessuna guerra se togli la caccia che dava ai pirati Algerini sulle coste della bassa Italia, che minacciava però trarsi dietro una guerra con Murad : nel 1748 si combatteva la guerra di Candia. — Romanin, Storia doc. di Venezia, 1. 16, cap. 1. 21) Cfr. la parte 29 luglio 1799 stampata nell’Appendice. A questa guerra si riferiscono anche le parole della parte presa dal Consiglio li 7 aprile 1693: „nell’ultima passata guerra col turco non ha mancato con dupplicate offerte____“ Delle offerte fatte nel 1638, nel 1651 e nel 1687 fa menzione anche Nicolò Bello cittadino di Rovigno ed ambasciatore del Comune nella sua relazione letta al Senato e stampata a Venezia nel 1715 coi tipi di Gir. Albrizzi. Il not. Costantini, nei suoi Cenni su Rovigno (Istria a. 4, n. 55, pag. 221) scriveva nel 1708: “in questo tempo s’accrebbe il capitale del Fontico del quale si diedero 1400 zecchini al principe per il bisogno della guerra in due offerte“.