CAPITOLO I. Rovigno. „Sunt et Arupinse cautes prseruptaque saxa, Hic ubi trecentum scop'uli se in litore tollunt. Hoa inter densos scopulos, quo frangitur unda, Quo dulces spirant aurae prope litoris oram, .........desoendimus . Andr. Rapicius, „Istria“, v. 330. Chi dall’Adriatico, lungo il parallelo 45° 5', si dirige verso la costa occidentale dell’Istria, vede protendersi in direzione di. ponente a guisa di promontorio, fra due insenature, il Monte di S. Eufemia, roccioso e dirupato, da lungi biancheggiante per i suoi massi calcari, scoglio piuttosto che monte, sul quale s’addensano numerose le case murate sulla viva roccia, le più esterne a picco sul mare quasi a sfidarne le procelle, tutte alte, anguste, dai numerosi fumaiuoli, ed addossate le une alle altre in guisa da sembrare strette fra loro a vicendevole difesa. Sul vertice del monte s’erge maestoso il Duomo, al cui fianco alto torreggia il campanile sormontato dalla statua della Santa protettrice. Una stretta lingua di terra unisce il monte di S. Eufemia a quello di S. Francesco, più basso questo ma più ampio e declinante con molle pendio al mare. E la città continua anche lungo i fianchi di questo secondo monte in modo da presentare doppia fronte al mare, colle vie più larghe e regolari, coi caseggiati più comodi e più moderni. Sul culmine sta, in proporzioni più modeste, la chiesa di S. Francesco coll’ annesso convento dei Minori riformati. Questa città è Rovigno. La taglia il grado 31 • 18' di long. or. dall’isola di Ferro.