- 199 - sua conoscenza col Ferrarese fosse trascorso oltre un decennio. Il Santo ufficio però non credette opportuno di procedere nè contro l’uno nè contro l’altro. Lo scorrere i numerosi atti processuali contenuti in quelle buste è quanto mai interessante per capacitarsi sino a qual punto potesse arrivare l’ignoranza, l’ingenuità e la superstizione negli uni, la scaltrezza negli altri. Quanto diffusa fosse da noi nel secolo scorso la credenza nelle streghe, nelle fattucchiere ecc. ecc., e come non si rifuggisse neppure dal fare intervenire la religione quale mediatrice nei malefici, lo mostra la lettera di Monsignor Vaira vescovo di Parenzo, scritta il 1716, colla quale ordina che si avverta il popolo di desistere dal sacrilego ardire di porre sopra gli altari e sotto le tovaglie fattucchierie di qualunque sorta per i suoi pravi disegni malefici, e che non siano somministrati i sacramenti ai colpevoli, ingiungendo in pari tempo a coloro che li conoscessero di denunciarli onde vengano convenientemente castigati dai giudici competenti. Scrive il Romanin (16,7) : „Fra le professioni liberali, nessuna esercitò tanto l’attenzione del Senato, quanto quella che si riferisce alla publica igiene“. Le numerose ducali e termi-nazioni raccolte dall’Angelini ed emanate, a regolare ne’ suoi più minuti particolari, tutto ciò che si riferiva alla Sanità marittima nel porto di Rovigno, gli energici provvedimenti ordinati ogni qualvolta la nostra provincia fu minacciata dall’epizozia, le premure del Governo a persuadere la popolazione dell’utilità dell’innesto quale preservativo contro il vaiuolo30), vengono a comprovare quanto scrisse l’illustre autore della Storia di Venezia. Nel 1418 è ricordato a Rovigno un Pietro qm. Venier ceroico. Nel libro dei defunti, a. 1B82, ultimo febbraio, si legge: „Morse Donna Bortola, donna di bonissima vita et amica de poveri, meza ceroica la qual era dotorada et medicava tutti li poveri per amor di Dio“. Sino al 1680 v’era un solo medico 30) Nell’ epidemia vaiuolosa del 1740 morirono a Rovigno in un solo mese oltre a 250 fanciulli. Ms. del can. Caenazzo.