28o Colpi di lesta vuto sconsigliare i Turchi dall’attaccare la destra, anche perché in caso disperato gli Italiani avrebbero potuto tagliar loro la strada accorrendo per buone vie interne. Decise dunque di concentrare la difesa verso l’ala sinistra, appunto dove si erano diretti gli attaccanti. Ordinò a Bonelli di accorrere veloce da quella parte per precederli; cosa possibile perché naturalmente la nostra linea era più breve del canalone esterno percorso dai Turchi. Infatti i nostri rinforzi arrivarono in tempo sul posto e vi si impegnarono mentre le navi, avvertite con razzi, aprivano un efficace fuoco di protezione. Cosi la testa di ponte italiana in Africa resistette all’urto malgrado l’ampiezza del suo arco attorno a Tripoli e il numero esiguo dei difensori. Cagni, onnipresente, animò la difesa. Tu, come le midolla son nell’ossa, eri in quel pugno d’uomini. L’odore del coraggio era nella sabbia smossa. Mancata la sorpresa, i Turchi desistettero. Lo scontro strepitoso fra radure e palmeti penetrati dalla luce dei proiettori delle navi era durato accanito poco più di mezz’ora. Subentrò un gran silenzio. Cagni aveva vinta la sua battaglia terrestre al comando della sua rada schiera di marinai, rendendo invincibile il giovanile baluardo. 0 tu che primo fosti ai primi agguati, l’indice tronco della man virile, quel che impone i comandi o addita i fati, non fu debole all’elsa... Il giorno dopo scrisse ai familiari il primo breve racconto eli quella notte, e concludeva scherzoso: « Ieri mentre le nostre piccole care davano il loro esame di maturità, io finivo il mio da generale ». I Turchi avevano avuto alcuni morti e parecchi feriti; nessuno dei nostri era rimasto colpito durante lo scontro acceso sotto il pallido albore lunare. Il capitano Verri si