— 125 — quarta parte delle decime, oh’ egli poi soleva infeudare a persone laiche verso un determinato contributo in denaro : le rimanènti tre quarte parti passarono al Capitolo, vale a, dire ai Canonici (compreso il Proposito) come quelli ai quali incombeva la cura delle anime. Queste decime consistevano 19): — nella quindicesima parte di ogni sorta di biade, uva e legumi; — nella decima parte (cioè ogni 10 uno) degli agnelli e capretti nati durante l’anno ; — nella riscossione di mezzo staio (una mezzena) di frumento per ogni paio di buoi ; — e di un capo d’animale per ogni mandra. Il Capitolo eleggeva annualmente un canonico, denominato Canipario, ed un suo sostituto, i quali riscuotevano tutte queste contribuzioni in natura, e le raccoglievano in apposito edificio detto perciò Decima20). Poscia, al tempo stabilito, detratto il quartese dovuto al vescovo, e le cosiddette onoranze spettanti in antiparte al Preposito ed ai Caniparì, facevano dell’intero cumulo cinque parti uguali, essendoché cinque erano i Canonici (compreso il Preposito) della Collegiata 2'). Sembra che al principio del secolo XV, il Capitolo incontrasse, presso gli abitanti, delle difficoltà nel riscuotere le decime anzi che molti addirittura vi si rifiutassero 22) ; di più pare che il Podestà, prendendo le parti della popolazione, e d’accordo colle civiche magistrature, menomasse colla sentenza 18 settembre 1423 questo importante diritto del Clero. Ma poco di poi i Rovignesi si pentirono di tale sacrilega violazione dei diritti ecclesiastici, e temendone, come racconta la ducale, l’ira divina e la scomunica ecclesiastica, e ricordevoli delle parole — „mihi decimas et primitias non dedistis, in fame et penuria maledicti estis“, — decisero di ridare al Clero, senza alcuna limitazione, e secondo l’antica consuetudine, la decima del 19) Registro di riscossione delle Decime di Rovigno del 1591 nel-l’Archivio capitolare. 20) Il caseggiato della Decima, costruito nel 1746 nel sito chiamato Motta in via S. Francesco, fu comperato dal Comune nel 1856 che lo fece atterrare per allargare la detta contrada S. Francesco. 2') Nel 1780 i proventi canonicali d’ogni singolo canonico equivalevano a circa 500 ducati (Cfr. Angelini, Ms. Terni. 1, t5B0). S2) Ciò si rileva dalla Ducale 10 decembre 1415 conservata in copia autentica nell’Archivio capitolare.