- Ili - nè di grani, nè di olive; dovunque carestia', malattie e desolazione. Il prezzo della farina nel Politico salì a lire 50 lo staio. Ohe la lezione dell’82 giovasse a lungo, non era d’attendersi. Non bastava un solo atto energico e risoluto per rialzare nell’animo della popolazione il prestigio dell’autorità da troppo tempo scaduto nella publica opinione. Leggo quindi nella surricordata cronaca „3 luglio 1788. Capitò qui in porto due galere con otto lancie cannoniere. Nel dopo pranzo S. E. il Podestà volendo far fermare la serva del P. Tom. Benussi come disubbidiente alle sue chiamate, mandò sei soldati delle galere ed il sbirro per legarla. P. Tomaso resistette allo sbirro, gli serrò la porta nel viso e gli tirò una pistolettata. A tal colpo i soldati fecero fuoco contro i balconi di P. Tomaso, ma non restò alcuno ferito. Quindi S. E. Podestà fece stare alla porta del palazzo un corpo di soldati rossi. Il Benussi si rifugiò a Trieste;, ma siccome il processo era passato al Tribunale supremo, scappò di Trieste perchè neppure colà era al sicuro“. Come accogliessero i Rovignesi il decreto del Consiglio dei Dieci 9 febbraio 1791, fu già ricordato a pag. 103. § 2. Lo Statuto. Gli Statuti municipali di Rovigno risalgono nella loro primiera forma al principio del secolo XV, e forse anche al secolo precedente. Il volume originario primitivo essendo andato perduto, il Comune, dalle copie esistenti nella Cancelleria, udito il parere dei più vecchi ed assennati cittadini, compilò un nuovo codice eguale, per quanto si scrisse, al precedente (cum vetus Volumen amissum fuerit a quo nihil discrepent), e dopo che venne approvato dall’ assemblea del popolo, lo presentò al doge Andrea Gritti per la legale sanzione, che fu accordata colla ducale 30 luglio 1531. Siccome poi di questo secondo manoscritto in carta pecora, col decorrere del tempo, s’andavano per l’uso logorando le pagine ed i caratteri, il Comune, chiesto nel 1714 il permesso alla Carica di Capodistria, ne curò nel