— 39 — alle rive di. Rovigno l’arca marmorea ") contenente il corpo di S. Eufemia martire calceclonese. I cenobiti viventi sulla prossima imperàtori bizantini), poscia, verso ir 750, da Cissa a Rovigno in conseguenza dello sprofondamento di quell’isola (Cfr. fra l’altro l’Istria, a. 4, 1849, n. 37, pag. 146). — All’opposto il can. Tom. Caenazzo nel suo studio Del prodigioso approdo del Corpo di S. Eufemia calcedonese in Rovigno (nei già cit. Atti ecc. v. 1, fase. 3), dopo avere assoggettate a minuziosa critica tutte le fonti che possediamo in tale proposito, conchiude, in opposizione al Kandler, che 1’ arca della S. Martire calcedonese sia approdata direttamente dal Bosforo alla nostra città. É difficile invero in tanta oscurità ed incertezza di fonti decidersi su tale proposito. Non può però disconoscersi che la sommersione dello scoglio su cui stava l’arca della nostra Santa, la leggenda la ricordi come un avvenimento accaduto in un luogo molto vicino a Rovigno. Così p. e., quando dice „illa saxea navis ... ad statutum porturn currere cepit. . . atque ad quandam insulam advenit“, il narratore non può al certo avere pensato a descriverci con queste parole un viaggio da Costantinopoli a Rovigno. Arrogi che la catastrofe avviene a tarda ofa in una sera di estate, e già all’ alba del giorno seguente i rovignesi vedono l’arca ferma nel loro porto, e s’accorgono tantos immanissime tempestatis tìuctus existere. Se il temporale fosse accaduto a Costantinopoli, lo scrittore, da buon marinaio oltre che da buon cristiano, si sarebbe espresso ben altrimenti. — Laonde anch’io preferirei l’opinione del Dr. Kandler, senza però accettare le sue epoche, cioè penso che l’arca passasse dapprima dal Bosforo a Cissa, e poi da Cissa a Rovigno. Del resto la questione, sino a nuovi argomenti, resta pur sempre „sub iudice“. 6) „La quale (arca) è propriamente un bellissimo sarcofago di marmo greco, che al lavoro si mostra opera romana dei primi secoli di nostra èra, e tale da poter essere tomba di re. Dall’ esame esterno si vede che non fu portato a compimento il lavoro, dacché manca interamente l’inscrizione, che solitamente veniva incisa, e vi è preparato lo specchio destinato ad accoglierla; mancano ai lati della leggenda due sculture che si sarebbero fatte secondo la qualità della persona defunta, ed anche per queste scolture il marmo è pronto e disposto“. „Potrebbe dirsi che questo fosse uno dei sarcofaghi, che si tenevano pronti dai scalpellini e scultori ad ogni richiesta, per portarli a compimento secondo la volontà degli acquirenti. Dai lati lavorati del sarcofago si manifesta come fosse destinato ad essere poggiato con l’uno dei lati maggiori a parete o di portico o piuttosto di stanza mortuaria. In questo sarcofago, collocato dietro l’altare laterale del duomo, riposano le spoglie terrene della protettrice di Rovigno S. Eufemia, la quale nei tempi delle persecuzioni diede il sangue in testimonianza della fede“. Così la descrive il Dr. Kandler nell’Istria, a. 4, n. 37, pag. 146. Le dimensioni dell’arca sono: lunghezza metri 2, cent. 8, mill. 6; larghezza cent. 95, mill. 23; altezza metri 1, cent. 95, mill. 8.