Fuori combattimento 357 panello, la cosa andava bene, ma per rispondere andava malissimo perché dopo quarantaquattro anni'che non facevo più questo mestiere, nulla più ricordavo. Dissi qualche “amen” ed un paio a sproposito invece di “Deo gratias” ma si arrivò felicemente alla fine. Poi andai alla fonte prima che il prete si svestisse, perché avevo già capito fin da ieri che era molto curioso, e non avevo voglia di dirgli chi ero. Ritornando dalla fonte lo incontrai e mi chiese se ero italiano, perché diceva che avevo una pronunzia straniera. Mi chiese poi se ero lombardo e quando gli dissi che ero piemontese, egli, da buon napoletano, esclamò: “Oh, allora si capisce!”. Ma la sua maggior curiosità restò insoddisfatta ». Quel prete colpito dall’erre di gola del chierico maldestro, non poteva certo immaginare che quel severo signore ritenuto straniero era stato guida e sacerdote di un gruppo d’uomini sulla deserta ghiaccia polare, circumnavigatore della Terra, conquistatore di vette e di città, e che ora, tutto solo in quell’angolo dell’Appennino come nei due deserti di ghiaccio e di neve, era per la prima volta tormentato dall’impotenza di lottare per le fortune d’Italia. Cagni che aveva cominciato l’anno raddrizzando le intenzioni di un arcivescovo, lo concludeva assistendo un povero, curioso prete di campagna in una messa deserta di fedeli. Deserta come l’animo suo.