— 314 - Cissa, non sarebbe facile il dirlo; certo si è che Rovigno non ha avanzi o memorie di Abbazie, che questa chiesa di S. Andrea era dei Benedettini, era di ragione di un’Abbazia di Ravenna, e propriamente del monastero di S. Maria della Rotonda,'ossia del mausoleo detto di Teodorico, e passò in proprietà dei Francescani Minori Osservanti nell’ anno 1254, i quali fissativisi fino dal 1442 per opera di S. Giovanni da Capistrano che si vuole essere stato il primo guardiano, rifecero in massima parte la chiesa nello stesso secolo XV. In una cappella laterale leggonsi graffiti sull’ intonaco i nomi di pie persone colla nota cronica del 1466 ed altre posteriori, alcune a colore rosso, cancellate da più mani di calce sovrapposta. Uso questo di graffire i nomi che vedesi frequente in Istria (per tacere di altre province) anche in chiese ben più antiche, e che tramanda, se ne facessimo attenzione, memoria di persone e di avvenimenti. Sull’isola trovammo frammenti di embrici e di cotti romani, di cotti formati per comporre volti, cose tutte dei bei tempi, mattoni di tempi bassi la di cui pasta mostrasi formata da antichi mattoni triturati, quando 1’ arte mancava di farne quali si fecero nei primi secoli di nostra èra. Di marmi non ci fu dato vedere che un pezzo di greco venato adoperato per pila d’acqua lustrale. Nel giardino vedemmo adoperati per farne litostroto a disegno insieme a ciottoli bianchi, ciottoli neri che riconoscemmo essere pasta di vetro colorata a nero. Seppimo da notizie certe che siffatta materia vitrea trovasi frequente pei campi nell’Agro Rovignese, in quello di Parenzo, in quello di Cittanuova e ne vedemmo campioni simili affatto a quei pezzi che sono in S. Andrea. Siamo indotti a credere che 1’ abbazia di Santa Maria e S. Andrea in insula Sera partibus istriensis, dei diplomi di Ravenna, sia il Santo Andrea di Rovigno. E ben si adatterebbe a questo monastero che Leone Isaurico nel 741 lo donasse di terre intorno Ravenna, con che avrebbe avuto compenso per la sparizione dell’isola di Cissa, la di cui città avrebbe dato alimento ai monaci; ben s’adatterebbe che rimasta Sera in luogo deserto all’ intorno, 1’ abbate ed i monaci stessero in Ravenna, lasciatine alcuni per l’officiatura, e chetale dimora in Ravenna fosse ancor più suggerita dalle depredazioni delli Narentani, cui andò incontro Rovigno nel secolo X, ed i quali non avranno