- 191 - piazzale del duomo 13), giostre, corse di cavalli, regate, in cui alla ‘robustezza del braccio s’accoppiava l’intelligente vigilanza dell’occhio, erano i divertimenti più preferiti. Specialmente la sagra di S. Eufemia era solennizzata con ogni forma di giochi; ed in quei giorni grande quantità di gente accorreva in Ro vigno da tutte le terre circonvicine, sia per venerazione verso la Santa, sia per la maggiore facilità di comperare e vendere, avvegnaché quei giorni fossero anche di publica fiera. La solennità religiosa però veramente popolare, poiché con essa s’invocava, per così dire sopra luogo, la benedizione del cielo sui frumenti, sulle viti, sugli olivi e sulla pesca, i cespiti principali di sussistenza del popolo, erano, e sono tuttodì le Bogazioni,4). Si tengono queste nei tre giorni che precedono l’Ascensione. Nel primo giorno, già all’.alba i rintocchi della campana chiamano i fedeli a radunarsi nel Duomo, d’onde la processione muove a visitare le chiesette campestri del territorio a levante della città. Chi va a piedi, chi a cavallo. In groppa siede la moglie, o la figlia, o la sorella, coperte la testa d’ampio cappello di paglia adorno di un ricco nastro di seta. Alla Madonna di campo si canta la messa capitolare ; dal colle di Cerisol, d’onde il territorio di Rovigno si presenta quale immenso bosco d’olivi, il celebrante dà la solenne benedizione alla campagna. In Palù si pranza; oggi più sobriamente che nei secoli decorsi, quando più forti erano le virtù ed i vizi. Allora, a lato di uomini disordinati nel bere 15), vedevi gruppi di donne che, per astinenza, non si cibavano che di pane ed acqua, od altre che digiunavano affatto ed avevano voto di andare in processione a piedi scalzi. Levate le mense, si cantano le „laudi“, inni sacri raccolti, come credesi, dalla bocca del popolo. Una folla festante va incontro alla processione che al tramonto del sole ritorna in città, tutti recando spighe di frumento; e di spighe è intessuta pur anco la croce. L’Angelini racconta che sino al 1828, un’ ora prima che la processione fosse di ritorno, si facevano, da tempo immemorabile, la) Di questi balli publici abbiamo memoria nel 1686 nella festa di S. Eufemia. 14) L’Istria 1, 31, pag. 123. 15) Registro capitolare „Expensse", al titolo: Rogazioni campestri, anno 1565.