DUCATI BIZANTINI 75 provincie bizantine; i paesi intorno a Ravenna, soggetti al potere dell’esarca, formano l’Esareato; il ducato della Pentapoli raccoglie i paesi del Piceno: gli avanzi della Tuscia, della Valeria, della Campania compongono il ducato di Roma; il ducato di Perugia assicura le comunicazioni fra Roma e Ravenna; 1’ antica Campania, con le altre terre finitime, costituisce il ducato di Napoli; mentre Calabria, Lucania, Apulia formano il ducato di Calabria. Restano fuori dell’organizzazione del-l’Esarcato le isole: la Sicilia, che alla metà del secolo VII sembra formare un distretto indipendente, e la Sardegna, aggregata all’esarcato d’Africa. La competenza del duca si estendeva ormai a tutte le parti del governo, a somiglianza dei capi barbarici. Nominato generalmente dall'esarca, il duca aveva il comando supremo delle milizie, sceglieva gli ufficiali inferiori del governo locale, amministrava la giustizia civile e penale, sorvegliava l’esazione delle imposte. Intorno a lui era un officium (adiutores, tabularii, excep-tores), talvolta ordinato sotto la presidenza di un pri-micerius, che lo coadiuvava nei negozi amministrativi e finanziari, mentre un assessor o consiliarius era destinato ad assisterlo nelle funzioni civili e giudiziarie. Entro i ducati, l’organizzazione nuova si disponeva sugli avanzi delle istituzioni municipali o colonarie, nei castella o castra, luoghi fortificati, dove risiedeva un numerus. A capo del castellum o numerus, divenuto insieme unità militare e civile, sta il tribunus o da-tivus, che talora assume le funzioni e il titolo di do-mesticus o lociservator o vicarìus, e che raccoglie in sè la somma del governo, nei luoghi a lui affidati. Così sono gettati i germi, da cui cresceranno, poco appresso gli Stati quasi indipendenti dell’Italia bizantina: lo Stato romano, il ducato di Venezia, il ducato di Napoli. Quando l’editto dell’imperatore Leone contro le immagini venne a suscitare in Italia una aperta rivoluzione (727), gli ufficiali greci furono deposti, e quasi