|§ 100] aMMINISTRAZ. FINANZIARIA 579 (laudemio, relevio) e nei patrimoni, sulle contrattazioni e sugli affari (estimo dei creditori), sulle liti e atti giudiziari, sulle concessioni di pubblico ufficio (introgium). Questo complicato organismo finanziario pesava con sperequazione sulle varie classi sociali, poiché i più ricchi, specialmente clero e nobili, erano favoriti da esenzioni e perchè l’amministrazione gravava certe categorie di cittadini con più dura mano, a motivo di vendetta o di odio politico. Tuttavia si avverte qualche tendenza a portare ordine e regolarità nelle finanze, special-mente nelle città dove è meno fiero il contrasto delle classi, e nelle quali più presto e più regolarmente si afferma il catasto (Orvieto, 1262; Macerata 1268; Ascoli, 1300). La prova di questi progressi è anche nella migliore separazione degli uffici finanziari da ogni altro ufficio amministrativo dello Stato. Nei Comuni, era posto a capo di quel ramo il camerario, detto anche camerlengo, tesoriere o canevario, sussidiato da provvisori o procuratori, per conservare e rivendicare i beni del Comune; dagli estimatori o arbitri, per misurare i fondi e determinarne il valore; dai collettori, distributori, gra-scieri e via via, per riscuotere i tributi. Il sistema di riscossione dei tributi poteva essere diretto (ad cre-dentiam) e compiuto da ufficiali dello Stato, ma ordinariamente era indiretto (ad ecctallium), ossia concesso in appalto. I conti finanziari erano tenuti in pubblici libri, dove già apparisce il metodo della scrittura doppia, sotto la guarentigia di frequenti controlli. Nell’ Italia meridionale, aveva attribuzioni di controllo e di giurisdizione finanziaria la Magna curia dei maestri razionali (§ 89), a cui più tardi fu congiunto l’ufficio della Summaria audientia rationum, da cui nacque la Camera della Sommaria, la quale, insieme con altre istituzioni del genere, precede le moderne Corti dei Conti. § 100. — Cibrario, Eeon. polii. del medio evo, Torino, 1865; ft’Arco, Politica econ. di Mantova nel m. evo, Mantova, 1842; Ricca Salerno, Storia delle dot tv. finanziarie, 2.a ed., Torino,