426 Console del mare zitutto di rivalutare l’autorità del Consiglio Superiore, poi di impiegare quella ricuperata autorità nella missione specifica di cui il Consiglio era stato investito, ossia la selezione generale del corpo degli ufficiali. Compito per se stesso sempre sgradevole e che si risolse in molte complicazioni per il naturale risentimento che provocò negli eliminati. Ma Cagni non si lasciò intimorire: mirò a fondo seguendo la traccia della valutazione che egli faceva degli uomini e delle qualità. Tuttavia questa valutazione, certamente severa e soggettiva, non avrebbe avuto la conseguenza che segui se Cagni avesse procurato di agire d’accordo col ministro. Al contrario, fra i due intervenne uno scambio concitato e poco cordiale di lettere d’ufficio sulla questione delle rispettive competenze e facoltà. Nel maggio del ’23 Cagni avvertiva il ministro che la commissione era poco propensa a concedere promozioni a scelta eccezionale, per ragioni di principio. Revel respinse una spiegazione che gli fu data su questo criterio, però Cagni replicò insistendo. Ma appena la commissione ebbe esaurito il suo compito, l’irritazione accumulata fra le due parti ebbe il suo sfogo. Revel chiamò Cagni e bruscamente gli chiese se, essendo stato deciso di collocarlo in posizione ausiliaria speciale, preferiva chiederla volontariamente. Era l’annuncio della fine. Cagni fu colto di sorpresa: dopo tante alternative di fortuna e di sfortuna gli parve di aver perduto all'ultimo momento tutta la partita della sua vita. Accusò il colpo in pieno come una ingiusta offesa, e domandò il collocamento a riposo. Sempre dignitoso, non si agitò, ma silenziosamente svesti la divisa né mai più la indossò da vivo. Cagni fuori della marina ! L’impressione del fatto fu grande in Italia e all’estero. Il comandante Cattellani, che non era mai stato fra gli intimi dell’ammiraglio, scrisse in quei giorni una lettera da Costantinopoli, dove si trovava, che può ritenersi espressione dell’opinione media nella marina: «L’hanno liquidato in meno di ventiquattr’ore... Altri che certamente valevano meno assai di lui, sono andati via con tutti gli onori: titoli nobiliari, grande onorificenza e let-