682 periodo delle preponderanze straniere [§ 117} munì si abbandonava la scelta dei modi con cui raggiungere la somma prescritta, ricorrendosi allora variamente da ciascuno alle imposte dirette, che potevano essere reali, personali o miste, o alle imposte indirette. Nel primo caso, che a Napoli si diceva vivere a colletta, si faceva ricorso ai metodi degli antichi aggravi straordinari, dove l’imposizione, se anche cadeva per capi, aveva riguardo alle sostanze e ai redditi di ciascuno, 0 si colpivano le persone, con la tassa del focatico o boccatico, o i beni fondiari, sulla base dell'estimo. Nel secondo caso, che a Napoli si diceva vivere a gabella, si usava creare un nuovo titolo di tassazione, o più spesso si aggravavano le voci esistenti, soprattutto il sale. Quando poi i parlamenti determinavano la forma di percezione dell’imposta, si usava di designare l’unità tassabile, un tanto per fuoco o per libra d’estimo, o altrimenti; senonchè, in questi casi, si correva il rischio che non si raggiungesse la somma prefissata, onde si preferiva generalmente il primo modo. Più tardi, con la caduta dei parlamenti (§ 114), la base dell’antico donativo restò come imposta reale fissa, che ebbe vario nome e carattere di tributo ordinario. Ma presso molti Stati, oltre al donativo, si continuava l'uso delle imposte dirette e indirette, derivate dalle varie forme, che i Comuni avevano ereditato dalle capitationes romane, trasformandole e rendendole normali, e che colpivano le persone e i beni, con carattere misto. A questa specie d’imposte, meglio determinate, preferirono di ricorrere anche i principi, quando si valsero della loro autorità per colpire direttamente 1 sudditi, senza ricorso ai parlamenti; e di qui si formò propriamente un regolare sistema d’imposizione, che in Savoia e in Piemonte deriva, principalmente, da imitazione francese. Così sorse il tasso in Piemonte (1559, 1561), rispondente ad una imposta reale in denaro, ripartita per contingente, in origine sul debito della levata del sale,