[§ 1501 RIVOLUZIONE FASCISTA 895 accompagna lo sforzo industriale, agricolo, militare dell’Italia, che, dopo varie vicende, in massima parte favorevoli, consegue le brillanti e decisive vittorie del Piave e di Vittorio Veneto (giugno e ottobre 1918), che distruggono il potente Impero della Casa d’Absburgo e determinano, insieme con la grande battaglia in Francia, la fine delle ostilità, sulla fronte italiana (4 novembre) e sulla fronte occidentale (11 novembre). Senonchè, nelle trattative di pace, svolte a Parigi, per le difficoltà di una giusta soluzione del problema adria-tico, risultò evidente il proposito delle grandi Potenze vittoriose di impedire la legittima affermazione della rinascita italiana; onde risorgono le lotte dei partiti, il confusionismo parlamentare e gli scioperi. Succede un periodo caotico, detto del bolscevismo nostrano (1919-1922), contro il quale, nell’impotenza del Governo, si aderge il partito dei Fasci di combattimento, che raccoglie intorno a sé tutte le energie sane del paese, ansiose di ricostituire la fusione e l’ordine nella nazione. Tale partito, congiunto alle altre forze nazionali, costituì una milizia armata, e suscitò un movimento rivoluzionario, che culminò nella marcia su Roma (ottobre 1922), rivolta contro il parlamentarismo, fino allora dominante. Dopo un breve periodo di preparazione, in cui l’autorità personale del Duce del Fascismo, Benito Mussolini, genera un equilibrio dei partiti nazionali, dominato dal Partito Nazionale Fascista, che combatte strenuamente e rivoluzionariamente i partiti antinazionali, succede un periodo di creazione legislativa, in cui il diritto pubblico italiano viene profondamente trasformato, per opera della XXVII legislatura, detta costituente fascista (1924-1928), e profonde modificazioni vengono apportate alle istituzioni sociali e al diritto italiano, che ne ricevono una impronta schiettamente nazionale. Il nuovo diritto, che si fonda sulla tradizione romana, ravvivata dalle «reazioni della società contemporanea,