[§ 132] CONTRATTI A FAVORE DI TERZI 769 contraenti, sui vizi del consenso (violenza, dolo, errore), sull’oggetto dell’obbligazione; le dottrine romanistiche intorno alla mora, alla responsabilità per custodia o per evizione, servono a dar pieno assetto al sistema obbligatorio, che domina i codici moderni. § 131. — Oltre le op. cit. ai §§72-75, si v. Seuffert, Zur Gesclx. d. obligat. Verträge, Wörcüingen, 1881; Karsten, Die Lehre vorn Verträge bei d. ital. Juristen d. Mittelalters, Rostock, 1882; Schupfer, La teoria ge?i. delle obbligaz. negli statuti dello Stato romano, in Riv. it. di sc. giur., XXVII, 1899; Cuzzi, Le obbligazioni nel dir. mil. antico, Torino, 1903; Del Vecchio, Sulla clausola cum stipulatione subnixa, negli Studi per F. Schupfer, Torino, 1898; Esinein, Du serment promissoire dans le dr. can., in Nouv. rev. hist. de dr., XII, 1888 ; Rénar^d, L'idèe d’annullabilité chez les interprètes du dr. roni. au moyen àge, nella Nouv. Rev. hist, de droit, 1903; Vaccari, Contractus cohae rentia, contrib. alla teoria dei pacta nella dottr. mediov., in Filangieri, 1913; Osti, Appunti per una dottrina della sopravvenienza, in Riv. di dir. civ., IX, 1913; Paturin, Pactes et con-trats en droit rom. et byz., Paris, 1917; Schupfer, Il diritto delle obbligazioni in Italia nell' età del Risorgimento, 3 vol., Torino, 1921; Raimond, L’erreur dans les contrats, Paris, 1922; Cavallioti, L’origine et V èvolution de la théorie des nullités fondèes sur les vices du consentement, Paris, 1923 ; Zani, L’evoluzione storico dogmatica delVodierno sistema dei vizi.del volere, in Riv. ital. per le scienze giur., N. S., II, 1927; De Luca, Teorica del quasi contratto, Catania, 1929. § 132. — Rappresentanza e cessione delle obbligazioni. La proibizione della rappresentanza nei contratti, dovuta al diritto civile romano, non restò senza conseguenze anche nel diritto medievale italiano, benché i rapporti della vita quotidiana, ricorrendo frequentemente all’uso di rappresentanti, domandassero ormai che le leggi e la scienza ne riconoscessero il valore. Anche qui il diritto canonico, che nulla d’illecito poteva vedere in queste forme, non tardò a mostrarsi sciolto dalle proibizioni civili, e alla massima: nemo pro alteri stipulari polest, oppose l’altra: potest quis per alium, Solmi. — Storia del dir. il. 49