514 PERIODO DELL’AUTONOMIA sul dir. di cittadinanza nella costituì, comunale, in Studi senesi, XXXII, 1916; Ottokar, li Comune di Firenze alla fine del Du pento, Firenze, 1926; Bognetti, La condizione giur. dei cittadini milanesi, in Rio. di storia del dir. it.. I, 1928; De Vergottini, Origine e sviluppo storico della comitatinanza, Siena, 1929. § 95. — Le signorie, i principati e le repubbliche aristocratiche. Dall’organizzazione del Comune ora descritta nasce, quasi per sviluppo spontaneo, la signoria, cioè il potere straordinario di un capo, a cui il popolo di una città o di varie città separatamente delega, per un determinato periodo o a vita, le funzioni supreme del governo, al di sopra o in unione con le magistratura comunali; e dalla signoria si svolge, pur normalmente, il principato, cioè il potere assoluto e stabile di un capo o di una famiglia, che, non più per delegazione popolare, ma per sviluppo di antiche concessioni, per acquisto o per pri vilegio .imperiale o pontificio, riassume in sé e nei suoi discendenti i poteri delle antiche signorie e dei Comuni, e tutti li organizza e li fonde in un dominio più vasto, più regolare e più unitario. Entrambe queste fasi si riscontrano presso tutti i Comuni italiani, e rappresentano’ il passaggio necessario dalle autonomie comunali allo Stato moderno. Nella prima fase, i vari organi dell’ autonomia comunale sussistono ancora, almeno formalmente, e limitano più o meno il potere del signore, sicché il governo poggia su una specie di diarchia, che è formata dal potere personale e straordinario del signore da un lato e dagli organi dell’ autonomia comunale (consiglio generale, parlamento) dall’altro. Nella seconda, il sistema dell' autonomia è superato e vinto da una forza centrale dominante, da cui muovono direttamente tutte le attività del governo. Nelle città, dove più a lungo o continuativamente durarono le forme repubblicane (Venezia, Genova, Lucca, Siena), queste fasi sono egualmente sensibili, e soltanto al posto del