FEUDI E COMUNI 421 . ranità, che gli derivano dall’autorità religiosa suprema, non soltanto per mezzo della gerarchia, ma anche per mezzo della protezione apostolica e dei censi dovati : 1 la Chiesa, oltreché facendo valere i suoi diritti più o meno legittimi sulle terre dipendenti dalla Chiesa di Roma. Nella lotta con l’impero e coi Comuni, il papato volge una vera azione politica, per mezzo delle forze lui aderenti, e influisce sui governi delle città e degli Stati, dirigendone le tendenze e inviando o favorendo propri funzionari, come pacieri, riformatori o pa-' l'oni. In varia dipendenza, più o meno effettiva da questi supremi poteri, si muovono gli altri gruppi politici an-'iehi e nuovi: feudi,- Comuni maggiori e minori, principati e monarchie. 11 regime feudale, benché avversato dai Comuni e assoggettato dai poteri monarchici, continua a vivere rigoglioso, soprattutto nei castelli e nelle ■ampagne, in diretta dipendenza da un supremo signore, papa o re, marchese o vescovo, comune rurale o città autonoma, principe o imperatore. Il dominio politico del feudatario, sulle terre soggette, benché commisto di elementi pubblici e privati, non si distingue sostanzialmente da quello degli altri membri dell’organizzazione sociale, poiché nel signore si concentrano i poteri normativi, esecutivi e giudiziari, per quanto limitati dalla gerarchia delle signorie sovrastanti. Così il feudo è tuttora una forza viva, per quanto combattuta, nella organizzazione politica dell’ Italia medievale; e fiorisce intorno ai grandi Comuni dell’ Italia settentrionale e media, come negli Stati della Chiesa, nella monarchia normanna del Mezzogiorno e in Sardegna, dove forma la base degli ordinamenti sociali (§ 96). Coordinazione più o meno diretta, più o meno effettiva, eoi poteri dell’impero e del Papato, hanno i Comuni, manifestazione dell’autonomia nei centri più popolosi delle città e delle campagne. Tuttavia, anche nella istituzione del Comune, domina la più grande va-