I PRESTIGIO Trascorse pochi giorni di riposo nella villa Nasi a San Secondo di Pinerolo, con tutta la famiglia. Quel rifugio per le sue rare vacanze gli fu sempre assai gradito: vi provava la gioia della liberazione da ogni cura di servizio; il suo spirito assumeva una giocondità disinvolta e festosa che lo rendeva a tutti carissimo. La comoda villa Nasi circondata da un giardino fra la cornice dei colli pi-nerolesi verdi di castagni e di vigneti, sorge contro uno sfondo alpestre dominato dalla vetta del Monviso, e guarda la piana che si stende verso Torino tutta pezzata di campi, sparsa di casolari e villaggi, tagliata da lunghe strade bianche; lontano si scorge il castello di Moncalieri e all’estremo orizzonte azzurrino la basilica di Superga. Famiglie amiche frequentavano la villa, ed erano intimi dell’ammiraglio. oltre i Nasi, di cui era ospite, i Rol e i Bianco di San Secondo. L’ammiraglio non disdegnava di partecipare alle sagre paesane fra il rispettoso ossequio della gente, e ai giochi dei ragazzi; anzi organizzava comitive per escursioni compiacendosi a prestabilire gli itinerari, le soste, a provvedere vettovaglie, assegnare incarichi, minuscolo allenamento in quell’arte già praticata alla perfezione sul Sant’Elia, alla baia di Teplitz, al Ruwenzori, a Reggio e a Tripoli in ben altre condizioni. Ai primi del gennaio 1912 Gabriele d’Annunzio pubblicò sul Corriere della Sera la « Canzone di Umberto Cagni», certamente la migliore fra quelle dedicate alla gesta d’oltremare. L’ammiraglio ne comprese il valore e telegrafò al coetaneo: « Vivamente commosso del glorioso canto che ingigantisce l’opera mia e la rende eternamente consacrata prego gradire con la mia profonda ammirazione i pili cordiali saluti ed un sincero augurio di felicità per l’anno nuovo ». E per tutto l’anno si moltiplicarono da ogni parte canzoni, sonetti, odi e inni dedicati a Cagni nello