TITOLO II PERIODO DELLE PREPONDERANZE STRANIERE (1492-1748) CAPITOLO I INTRODUZIONE § 108. — Gli Stati nazionali e le preponderanze straniere. La data che, con la scoperta dell’America, segna la fine del medio evo e l’inizio dei tempi moderni (1492), trovò giunta l’Italia, pur tra gli splendori della sua civiltà, al punto culminante della sua rovina politica. Lacerate le città nelle dissensioni interne e nelle guerre di supremazia e di difesa (§ 94); moltiplicate le signorie e le tirannidi, in mano di pochi più audaci e più facoltosi, che cercano soltanto il proprio interesse e si avvicendano nelle congiure, nell’esilio e nel potere; mancato o assente l'impero, e mutata la Chiesa in un principato terreno, non dagli altri dissimile, se non perchè si giova della sua autorità morale a scopi politici (§ 102); fidate le sorti dei principati, delle repubbliche, dei regni nazionali a scarse milizie mercenarie, che si dànno a chi meglio paga e fan della guerra un giuoco; andò rotto il difficile e incerto equilibrio del sistema medievale dell’autonomia (§ 76), e ad esso si sostituì il nuovo particolarismo dei piccoli Stati e delle minuscole signorie, il quale impedì il formarsi di un forte e unitario Stato nazionale. Ma intanto le grandi nazioni straniere, Francia e Spagna soprattutto, raffrenate presto con la monarchia le gerarchie feudali e le autonomie urbane, e costituito