*238 PERIODO FEUDALE tanza, che consentiva il libero sviluppo delle loro attività individuali. Sono essi i liberi proprietari delle case e delle terre cittadine (liberi, Romani, liomines); i ne-gotiantes o mercatores, che esercitano il traffico delle merci e del denaro circolante, portandosi di città in città, di mercato in mercato; sono gli artigiani esercitanti un mestiere, distribuiti, in ministeria od officia tendenti ad associarsi nelle corporazioni artigiane o nella vita comune delle confraternite religiose o delle contrade; sono gli operarli o dipendenti, dediti agli uffici umili del lavoro urbano (§ 50). Tutti costoro, collocati in una posizione libera, più o meno elevata, a seconda delle fortune e delle ricchezze, benché esclusi dalla nobiltà feudale, sono capaci alle armi, entrano a far parte dello scabinato, esercitano l’ufficio di giudice o di notaio, sono assoggettati ai numera cittadini, e formano la milizia cittadina, che muove alle prime imprese guerresche o tumultuano già nelle strade e nelle piazze, preparando il sorgere del Comune (§ 93). Nelle campagne, vive la popolazione agricola in un rapporto di dipendenza, in cui lo stato del libero, tenuto alla coltivazione delle terre proprie o altrui, si raccosta sempre più a quello del colono e del servo, che si eleva nel tenor di vita e nella condizione perso naie. Il feudo, ehe sottomette alle sue esigenze militari ed economiche tutte le varie classi dei dipendenti, addetti ai lavori dei campi e delle corti signorili o rustiche, favorisce la formazione di una classe media uniforme, compresa nella condizione del servaggio, dove i coloni e gli operai della terra, senza distinzione di origine libera, aklionale o servile, oramai cancellata quasi interamente, si pareggiano tutti in un rapporto di dipendenza, costituito sul principio comune della soggezione all'autorità pubblica del signore, a cui debbono un giuramento (1), o sul fatto generale della coltiva- (1) Si deduce da un doc. ed. dal Pasqui, Doc. della città di Arezz°) pag. 401 e passim.