Il saluto di Nansen 137 lato, che non è il meno importante, non potrei essere più soddisfatto della mia scelta ». « Ti dirò anche che, oltre ai pasticcetti del Principe, ciò che concorre a tenermi di cattivo umore è, direi, un avvilimento intimo che mi pare impossibile di superare. Mi muovo, lavoro, ma la mia mente è oppressa come da un incubo lontano che non so come definire. È il cuore che soffre? Non ti saprei dire ». La sensazione del distacco sempre maggiore dalla cara persona che più amava, lo straniava perfino dai compagni d’avventura; scriveva lettere con espressioni sempre più commosse: «Quanta speranza sei della mia vita! » Poi si dava da fare, assumendo, col suo contegno sbrigativo e accentratore, sempre maggiore autorità su tutti, Italiani e Norvegesi. Nel Mar Bianco la “Stella Polare” incontrò ghiaccioni galleggianti. Presi dai primi sintomi di disagio, gli uomini rinunciarono per molto tempo perfino a fare previsioni sull’impresa. « Il freddo che comincia a farsi sentire ha gelato tutti i castelli in aria ». Il 29 giugno la baleniera giunse alla foce della Dvina; ma quivi il pilota russo rifiutò il passaggio della barra perché il bassofondo dell’imbocco non tollerava l’eccessiva pescagione della “Stella Polare”. Eppure bisognava entrare per imbarcare i cani. Attesero. Finalmente, poco prima dell’alta marea, furono avvertiti che avrebbero potuto passare purché qualcuno si assumesse la responsabilità del tentativo: c’erano solo quindici minuti di tempo utile per decidere ed eseguire. Cagni non esitò; chiese consenso al Duca, firmò una dichiarazione di responsabilità, poi fece filare la nave a tutta forza. Anelava di giungere ad Arcangelo, ma non solo per prendervi i cani. « Ora siamo dentro — annotò trionfante — e domani prima di mezzodì avrò la tua lettera ». Avrebbe rischiato ben altro, pur di non perdere le ultime parole della fidanzata lontana. La “ Stella Polare ’ ’ fu lasciata in ormeggio a Solombol perché non poteva inoltrarsi fino ad Arcangelo; quindi il Duca e gli ufficiali si diressero in città dove furono ricevuti dal vicegovernatore principe Gorciacof. Certo Alexander Ivanof Trontheim aveva procurato i cani adatti