[§ 112] GIURISTI PRATICI 649 intorno a un dato argomento. Le regole della scuola e i libri degli interpreti servivano, a questo modo, a uno scopò pratico; solamente obbligando i giuristi a restare entro i tradizionali confini, impedirono il movimento progressivo della scienza; onde la rovina degli studi non è che un riflesso del decadimento generale. Tra i giuristi pratici emergono tuttavia alcuni intelletti più vigorosi, che ebbero il merito di raccogliere con più ordine e con più critica la mole della communio opinio. Non è dunque un pregio di originalità, poiché forse non vi era questione o soluzione che non fosse stata discussa ed esposta ; ma sono pregi di ordine, di precisione e di chiarezza, che li rendono preferibili agli altri. Nel campo del diritto civile, si possono ricordare i nomi di Jacopo Menochio (1532-1607), detto il Bartolo del suo tempo, autore di numerosi trattati, tra i quali uno famoso de praesumptionibus (1587); Francesco Mantica (t 1614), che scrisse un ampio trattato in materia contrattuale (de tacitis et ambiguis conventionibus), tuttora consultato con profitto; G. B. De Luca (1614-83), avvocato, auditore di Sacra Rota e poi cardinale, che nel Theatrum veritatis et iustitiàe, ha esposto il più vasto repertorio delle dottrine forensi, senza sfoggio di autorità, ma con spirito semplice e pratico. Intanto i trattatisti si volgevano anche a parti speciali del diritto, e principalmente al diritto commerciale e al penale. La natura singolare delle norme relative al traffico, già elaborate dai postglossatori (§ 92), consentì che se ne facesse una trattazione indipendente, staccandole quasi dal corpo del diritto civile, a cui erano andate fino allora congiunte; onde si ebbe una serie veramente vigorosa di giureconsulti, che, profittando degli insegnamenti degli interpreti medievali, esposero il diritto del commercio con profonda dottrina, e lo configurarono come disciplina indipendente. Il metodo di studio è quello della giurisprudenza pratica, poiché anche qui tutto si riduce e si volge alle leggi romane; ma si