482 periodo dell’autonomia fedelmente, alle consuetudini messinesi, mentre Corleone copiava quelle di Palermo e Paterno e Randazzo adot, tavano quelle di Catania. Inoltre si ebbe, più special-mente dalla fine del secolo XIII, un forte impulso eser citato da certe città dominanti sulla formazione degli statuti di altri paesi circostanti o sottoposti, poiché Genova influisce sulla riviera ligure e sulla Corsica; Venezia su molti comuni veneti ; il diritto pisano informa molta parte degli statuti delle città di Sardegna; Umbria e Toscana influiscono sulle Marche; Bari allarga le proprie consuetudini sulle terre finitime. In genere, s; nota un movimento parificatore, nelle varie regioni italiane, che si fa più evidente sulla fine del secolo XIA e nel XV, allorché la produzione originale degli sta tuti volge a decadere. L’ordinamento degli statuti, nonostante molte varietà singole, presenta due tipi fondamentali (1). Il primo, che si potrebbe dire lombardo-tosco, offre una divisione originaria in quattro libri, dove il I è dato agli ordinamenti e agli uffici pubblici del Comune; il II al diritto penale; il III alla procedura e al diritto privato; il IV comprende gli extraordinaria, ossia le materie relative alle giurisdizioni speciali, alla polizia e alla economia del Comune. Più tardi, dal secondo libro (de male ficus), si stacca la materia speciale, che si riferisce ai danni dati, formando un V libro; e finalmente dal III libro si deriva una parte, de appellationibus• che comprende, * in un VI libro, il procedimento degli appelli. Come appendice, si trovano collocate le disposizioni relative a qualche corporazione artigiana preminente nel Comune. Il secondo tipo, da dirsi romano, si differenzia da questo ora descritto, perchè mette le materie criminali all’ultimo libro, a somiglianza dei testi giustinianei. La lingua degli statuti è regolarmente il (1) Cfr. Zdekauer, in Archivio miiratoriano, \, 1906. pag. 44 e seg-