216 Colpi di lesta E siccome si trattava di difendere l’onore della Marina, anche il Duca fiancheggiò l’azione del suo antico collaboratore, benché fosse impedito dal suo rango di esporsi personalmente. Anzi, ad un certo momento, siccome il ministro Morin esitava ad autorizzare l’iniziativa, il Principe minacciò un intervento diretto. Consultati gli avvocati Nasi di Torino ed Erizzo di Genova, Cagni andò a Roma per trattare col ministro. Si svolse in quei giorni fra lui ed il Principe uno scambio di telegrammi che 1’ Avanti! rivelò con questo sfacciato trafiletto: «Demmo altra volta notizia dei colloqui romani tra Morin e il signor Luigi di Savoia e il comandante Cagni per decidere il ministro ad accordare l’autorizzazione di sporgere querela ai trentacinque ufficiali di marina. Possiamo ora assicurare che in quei giorni vibrarono per i fili telegrafici del felice regno italico, tra gli altri, questi due dispacci: « 9 luglio — Ammiraglio Morin — Roma — Ricevuto lettera — Sta bene — Sono domani a Roma per parlarle ». « 9 luglio — Comandante Cagni — Spezia — Se le è possibile venga anche lei — Giungo domani — Sarebbe bene per me vederla con collega 15318 prima di recarmi 14809. Mi telegrafi o faccia sapere qualchecosa ove si trova per avvisarla appena arrivato — Luigi di Savoia ». I telegrammi erano stati copiati da un infedele funzionario e trasmessi all’organo socialista. Il ministro non aveva potuto resistere alla pressione del Duca, di Cagni e di tanti bravi ufficiali difesi e sostenuti dalla stampa di destra; ma concesse di malavoglia una autorizzazione evasiva, sotto la specie liberale del disinteressamento. Impostazione equivoca che doveva malamente influire su tutto il processo. La querela fu presentata al Tribunale di Roma perché l’Avanti! si pubblicava nella capitale. Oltre Cagni, fra i querelanti erano Giuseppe Mortola, Teofilo Bonino, Guido Biscaretti, Ernesto Rubin de Cervin, Raffaele Marselli, Ruggero Ruggiero, Giovanni Viotti, Galeazzo Sommi Pi-cenardi, Luigi Cito Filomarino, ossia molti futuri ammiragli, combattenti e caduti della grande guerra. Nel frattempo l’organo socialista continuava con osten-