Il saluto di Nansen J35 buono — commentò — il Re Oscar ad onorarmi a quel modo per un pranzo che gli ho mangiato due anni fa. Si vede che leggendo il mio nome sui giornali, gli è venuto lo scrupolo che non l’avessi digerito ». Dal 29 maggio, giorno in cui la “Stella Polare” fu condotta a Cristiania, Cagni si mise d’impegno a stivarla con le tremilacinque-cento casse di provviste, e superò in velocità i più noti precedenti. « Oggi ho finito di caricare tutte le provviste da bocca, e credo di aver fatto in ciò un record, perché la “Fram”che nelle stesse nostre condizioni aveva furia di partire, impiegò quarantadue giorni allo stivaggio dei viveri. Il Principe volle pagare lo champagne a pranzo e bevve alla mia salute e a quella di Querini. È però da notare che a Torino egli diceva che in due giorni avrebbe caricato tutto e si bisticciò con me perché gli dicevo che ci volevano almeno dieci giorni ». « Ora non osa più mettere un chiodo senza dirmelo. Ha aggiunto nel contratto con l’agente norvegese che io sono il comandante in seconda ed ha finito per mettere tutto nelle mie mani. Sono molto presuntuoso tirandone la conseguenza che non tutti i mali vengono per nuocere. Notizie dal nord dicono che i ghiacci quest’anno sono eccezionalmente rotti per il mite inverno passato. Vedrai, cara Maria, che faremo qualche cosa ». Prima di lasciare Cristiania rividero spesso Nansen il quale venne a visitare la nave che era stata la sua, e regalò al Duca due cani nati sulla “Frani”. Una sera gli Italiani furono ospiti nella sua casa di Lijsaker: bevendo alla loro salute il grande esploratore dichiarò di considerarli non come dei rivali ma come dei seguitatori della sua recente avventura e che avrebbe gioito al saperli inoltrati oltre il termine da lui raggiunto. Il 9 giugno arrivarono i Principi di Napoli a salutare i partenti. Durante un pranzo Cagni si trovò accanto a Vittorio Emanuele, e la principessa Elena gli fece molto piacere parlandogli della fidanzata. Partiti gli ospiti augusti non ci fu più tempo da perdere per le inesorabili esigenze della stagione. Ma la coda dei preparativi fu, come sempre, la più lunga e la più irritante per Cagni