234 Colpi di testa ansiosi. Malgrado la Triplice i rapporti con l’alleata erano tesi, tanto è vero che se gli Austriaci non avevano bombardata Messina all’improvviso, proprio il terremoto ispirò al generale Conrad l’idea di una guerra preventiva all’Italia colpita dal disastro. Il mistero fu alfine spiegato da un ordine di Roma che imponeva alle navi di invertire la rotta per accorrere alle coste devastate. I macchinisti si prodigarono per ottenere la massima velocità e Cagni si diede a predisporre i mezzi utili per i primi soccorsi. La divisione arrivò in faccia alla Palazzata di Messina nelle prime ore del 29 dicembre e davanti al terribile spettacolo furono presi i primi contatti coi superstiti. Proprio al fianco della “Napoli” accostò un veliero dal quale sali a bordo un militare aitante e distinto in divisa di brigadiere dei carabinieri. Egli espose a Cagni la situazione di Reggio Calabria completamente isolata nella sua rovina dal primo momento del disastro. Era un maggiore che, sfuggito per caso all’ecatombe, e rimasto nudo, aveva indossata la divisa di un sottufficiale per correre alla ricerca di soccorsi. Mentre attraversava lo Stretto sopra l’unico veliero rimasto intatto, aveva scorta la divisione e raggiunta la “ Napoli ”. Ora invocava aiuto in nome dei sopravvissuti di Reggio. Cagni, senza chiedere altri particolari si fece autorizzare da Viale ad agire in quel settore con poteri autonomi quali esigevano le circostanze e l’urgenza; poi salpò verso la città abbandonata. Solo più tardi la “Napoli” fu raggiunta dal “Marco Polo” e da alcuni caccia.