U “ Itfi " V nenie asiatico, scoprendo il Unto ricercato passaggio del Nord-Est e svernando poi, prigionieri dei ghiacci, a contatto con gli eschimesi nella »conosciuta contrada della Rupe del Cuore. Nell'esute del ’79 avevano potuto proseguire lungo l'itinerario dello stretto di Bering e quindi raggiungere il Mediterraneo attraverso il Pacifico, l'oceano Indiano e Suez. Per quanto sopita fosse allora negli Italiani l'antica tradizione dei grandi navigatori, la partecipazione di Bove a quell’impresa che aveva risolto il vecchio problema geografico di andare nelle regioni produttrici dell'Asia per via di greco, sollevò un'ondata di entusiasmo. N'ell'animo ardito e ambizioso di Umberto Cagni si accese allora l'orgasmo dell'avventura, la prima aspirazione di gloria. • Qp'ttt t* qu’uif gratdt ru * — scrisse una volta Alfredo De Vigny. — Uot prniii dt /rnwiu t/alité* par ra(f ». La tnaturiU di Cagni fu appunto la realizzazione di quel sogno cresciuto nella prima giovinezza all'appa-rire della “ Vega " nel golfo di Napoli. Venti anni dopo, nel Ini io gelido della notte polare alla baia di Teplitz, Cagni attese il momento di avviarsi al Nord per la sua conquisu leggendo il racconto della spedizione della "Vega", e annotò nel suo diario: « Non conoscevo che la parte puramente navigativa: un riassunto pubblicato quando La "Vega" toccò Napoli. Io ero allora alla Scuola di marina in£stuato di viaggi polari Come il mio solito è cono un certo tempo fra il desiderio e l'esecuzione e direi anche che quesu ha oltrepassato il limite della opportunità a furia di tardare », Eppure in quel momento non aveva compiuti trenUsrtte anni.