Italiani nel mondo 91 scandalo dei contraddittori mongoli che videro con orrore non soltanto il Duca degli Abruzzi ma tutti i nostri ufficiali che l’accompagnavano passare oltre l’ingresso principale e sedere insieme alla mensa del Re. Ad aumentare il generale disagio durante il pasto costui si abbandonò con candida naturalezza a certe licenze del costume coreano emettendo suoni e soffi orali di irresistibile effetto comico che costrinsero i nostri a mordersi le labbra per non sbottare in risate irriverenti. Subito dopo, il “ Colombo ” abbandonò quel mare'famoso per gli enormi sbalzi della marea, perché attorno faceva strage una diffusa epidemia di colera. Passò davanti a Port Arthur dove i Giapponesi erano intenti a smantellare le fortificazioni; nelle acque di Uei Hai Uei si videro affiorare alcune navi dei vinti cinesi affondate durante la guerra. Finalmente, dopo un ultimo saluto alle musmè di Nagasaki, i nostri puntarono verso sud giungendo a Manilla stanchissimi per una lunga navigazione; per di più furono sottoposti a una esasperante quarantena perché provenienti da zone epidemiche. Quando poterono sbarcare Cagni trovò la città migliorata e ingrandita, ma sempre dominata « dal tiro a quattro dell’arcivescovo » e ripetè il suo giudizio negativo sulla colonizzazione spagnola. Alla ripresa del viaggio Cagni dovette applicarsi con attenzione alla rotta resa difficile dall’imperversare dei venti e delle correnti e complicata dal cattivo funzionamento della bussola, ma ebbe la soddisfazione di operare al fianco di un magnifico manovriero come Bertolini che suscitò in lui grandissima ammirazione per le sue abilità. Oltre il canale della Sonda, dopo Giava, il “Colombo” passò in vista degli avanzi dell’isola Krakatoa che nel 1883 era quasi sparita nella immane catastrofe provocata dall’esplosione del vulcano Rakata. Di questa montagna, già alta 800 metri, non restavano dopo quel crollo che poche rocce strapiombanti nel mare. Un soggiorno a Melbourne riuscì gradevole per le simpatiche accoglienze che i nostri ricevettero da una colonia italiana molto seria e laboriosa, costituita specialmente di modesti pescatori siciliani, ma anche di qualche