546 rEuiQDO dell’autonomia sé devoti, col favore dei propri adepti e del minuto popolo artigiano e soprattutto con la forza delle soldatesche ormai liberamente assoldate, riesce a rendere permanente.il proprio potere, toglie ogni valore agli antichi freni ormai esausti, esercita la tirannide contro i nemici personali, diventa assoluto signore. È quanto avviene, ad es., a Milano eoi Torriani (1240, 1259), poi coi Visconti (1277), a Padova coi Carraresi (1318), a Modena con gli Estensi (1326), a Mantova coi Gonzaga (1328), a Firenze coi Medici (1434). Al signore si affida, generalmente, qualcuna delle magistrature più importanti del Comune: capitano del popolo o di guerra, signore del Comune o del popolo, capitano generale, governatore della repubblica; e da questo ufficio, per lo più concesso a vita, egli deriva autorità per trasformare e comprimere le libere istituzioni comunali, affidando ai propri fedeli le cariche dello Stato; frenando e dissolvendo le forze dei gruppi particolaristi organizzati nel Comune, per mezzo di limitazioni imposte al diritto d’ associazione, le quali asserviscono quei gruppi alla grazia sovrana; perseguitando i nemici ed innalzando i propri fedeli. Non sempre questi tentativi riescono alla prima, e son frequenti le reazioni contro la tirannide, che restaurano il libero Comune; ma son rivolte generose di una istituzione morente, poiché, tra i secoli XIV e XV, non vi ha quasi città che sfugga alle branchie dei principati. Allora il signore prende nome di dux, princeps, dominus civitatis et terre; guadagna il potere straordinario su più città e si serve del dominio sull’ una per asservire le altre ; rafforza l’autorità personale col giuramento di fedeltà preteso dai sudditi; chiede o ottiene il riconoscimento giuridico del proprio dominio da parte dell' imperatore o del pontefice ; rende ereditario il principato, conseguendo il diritto di designare un successore e poi emanando leggi stabili di successione. Allora il principato può dirsi giuridicamente costi-