44° Console del mare risultati che otteneva con l’assistenza incondizionata del governo, pur sentendosi logorare dalla continua fatica: « Mi sento cosi stanco che quasi non ho voglia di lavorare. Eppure l’interesse e la soddisfazione sono sempre crescenti. Ho liquidato delle questioni astruse che si dibattevano da sei, da otto, da dieci anni e che nessuno aveva potuto risolvere ». Dai frequenti convegni coi rappresentanti dei grandi interessi contrapposti, dai colloqui impegnativi con uomini come Mussolini e D’Annunzio, passava ai rapporti d’ufficio coi Ministeri, con le masse dei suoi amministrati e con le autorità cittadine. Solo qualche sera prendeva respiro a contatto con l’umile gente della strada trascorrendo le ore del crepuscolo estivo sulle panchine di piazza Corvetto, sperso fra i pensionati, i soldati e gli operai. Non era forse anche lui un vecchio marinaio in pensione? Là sotto gli alberi della verde piazza ottocentesca si vedeva un distinto signore sedersi in disparte fra il rumore del traffico e le grida dei bambini in ricreazione, e scambiare parole coi vicini, tacendo sempre di sé: « Ieri sera — scrisse in giugno — ho trovata la mia solita panca tutta occupata e sopra quella vicina alcuni operai mi hanno fatto posto ed ho preso anch’io parte all’interessantissima conversazione. Un marinaio mercantile che veniva da New York, un guardiano del porto e un tranviere. Sono stato là fino alle dieci passate ».