PROGRESSI DEL POTERE REGIO 167 aizzano sempre più attorno; fondata non più sulla delegazione popolare, ma sul giuramento di sudditanza, guadagna diritti e virtù proprie e raccoglie in breve nelle sue mani la somma dei poteri. La rigida costituzione militare dei Longobardi, resa necessaria dal continuo stato di guerra, impedisce tuttavia che quel moto si conchiuda rapidamente, e che si compia il pieno accentramento, che invece s'ebbe in Francia. La potenza dei duchi si mantenne in Italia sempre viva, anche per riflesso delle tendenze autonomistiche delle città. Contro quella potenza, i re longobardi ebbero in mano ed adoperarono tre mezzi: la nomina dei duchi, per impedire l’ereditarietà della carica e per scegliere i dipendenti tra i propri fedeli e i famigliari; l’istituzione dei gastaldi, nominati come rappresentanti del re in ogni ducato, e talvolta sostituiti ai duchi; la riserva della nomina degli ufficiali minori, esercitata spesso dal sovrano. Tuttavia un pieno accentramento della monarchia si compie soltanto con la conquista franca, allorché furono creati i conti, come veri ufficiali del re, nel governo locale. Nel rafforzamento del potere regio longobardo, il re aveva guadagnato sui vinti romani una autorità diretta, che non soffriva le limitazioni rigorose della originaria costituzione germanica; e questa autorità egli affermò più tardi anche sul popolo vincitore, quando il giuramento di sudditanza intese a pareggiare i soggetti al grado di semplici fideles. Inoltre il re barbarico non tardò a vestirsi delle pompose forme dei principi romani; poiché assunse, a modo bizantino, il titolo di excellentissimus rex, e ai simboli germanici aggiunse il manto e più tardi la corona aurea (1): mentre, a dimostrare la sua autorità sul popolo vinto, prese il titolo romano di- Flavio (§ 21), a ricordo del- (1) Lib. pontif. V. Greg. II. c. 22