[§ 17] RAFFORZAMENTO DELLE CHIESE 87 della vita, parvero minacciare le basi stesse dello Stato romano, che questo iniziò l'opera delle persecuzioni. Dopo lunga lotta, riconoscendo il cristianesimo, l’Impero volse le sue forze a formare della Chiesa un organo della sua azione politica, esercitando su essa un diritto di controllo, di iniziativa, di governo, ed attuando il sistema della Chiesa di Stato. Lo Stato fu allora veramente confessionista, autoritario e dominatore. Ma la Chiesa, eretta sulle basi di una fede universale, costituita già, anche contro le persecuzioni, come istituzione trascendente i confini di uno Stato, andava tuttavia raccogliendo le forze per la sua futura autonomia. Due cause vennero a favorire queste tendenze: la caduta dell’impero d’Oceidente e la fondazione degli Stati ariani, per opera dei barbari vincitori. Conseguenza di quel primo fatto fu che il vescovo di Roma guadagnò più libera sfera d’azione in Occidente, perchè si allentò con la distanza il rigore di quel dominio diretto, che aveva fino allora rattenuta la Chiesa in istato di semisudditanza. Con la creazione di uno Stato ariano, ciò che per l’Italia si compì subito, per opera dei barbari di Odoacre e di Teodorico, fu resa possibile la coesistenza di uno Stato, provveduto di una propria religione, di fronte ad una Chiesa organizzata a parte. Ma ciò non poteva d’un tratto mutare l’antico sistema dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa. I re ariani non erano soltanto i principi del popolo domitatore, ma si levavano altresì come sovrani del popolo vinto; e perciò, mentre per l’esercizio e la professione di una diversa fede, erano tratti a rispettare il culto cattolico, seguito da tanta parte dei propri sudditi, e a lasciare inalterata la costituzione della Chiesa, d’altra parte, come continuatori dell’antico Stato e come sovrani della popolazione cattolica, tennero talora ad esercitare sulla Chiesa il rigore dell’antico Impero, avvicendando così un sistema di semplice coordinazione con quello della subordinazione.