238 TUTTI SOLDATI fanno parte due aiutanti di campo e un ufficiale dei perianizi. Non è possibile scrivere un libro di note ed impressioni sul Montenegro, sia pure senza la più lontana pretesa di fare una cosa completa, dato il tempo ristretto e il breve soggiorno che ho fatto in quel simpatico paese, senza dedicare qual- che pagina al suo esercito, a quei battaglioni che hanno tutti delle splendide pagine militari nella loro storia. Veramente la storia e la descrizione del Montenegro si confonde con quella del suo esercito, perchè in questo paese tutti sono soldati, e passeggiando per le vie di Cettigne o di qualun- que altro centro, anche l’occhio più esperimentato non sa discernere il soldato dal borghese. Ed è difficile fare la distinzione perchè tutti quanti sono armati, e tutti sono soldati. Un tempo il montenegrino era votato alle armi ed alla guerra fino dai suoi primi vagiti. Quando si trattava di un maschio, appena amministrato il sacramento del battesimo, il padre baciava le sue armi, e le avvicinava alle labbra del neonato. In- torno alla culla deponeva il fucile, il hangiai, la pistola. « Che egli possa battersi come me! Che egli sia il nemico costante dei turchi! Ch’egli non muoia nel suo letto!.... » Erano queste le invoca- zioni, questi i voti coi quali era salutato l’uomo al suo nascere.