[§ 150] UNITÀ E INDIPENDENZA. 891 Questa idea non tardò a scoppiare nella rivoluzione nazionale (1848-49); ma prevalsero ancora in essa le forze divergenti dell’ autonomia tradizionale italiana (§ 76) e vi furono troppo scarse le forze militari, rappresentate quasi esclusivamente dal valoroso, ma piccolo esercito piemontese; sicché la rivoluzione fu facilmente raffrenata ancora una volta dal predominio austriaco (1849-59). Ma ormai si era dimostrata la tendenza risoluta del popolo verso l’autonomia nazionale, di cui il Piemonte, militarmente e amministrativamente meglio ordinato, divenuto Stato costituzionale rappresentativo (1848), si era fatto interprete e difensore. Il giuoco dell’equilibrio europeo, sapientemente preveduto e seguito dalla politica del conte di Cavour, provocando dalla Francia l’aiuto delle armi, necessarie ad abbattere sul campo il predominio austriaco (23 aprile-11 luglio 1859), aiutò l’affermazione dell’idea unitaria e con essa la costituzione dell’edifìcio politico del nuovo Regno, compiuto poi dagli sforzi della nuova rivoluzione, dalla guerra nazionale (1859-61) e dal favorevole incontro delle vicende politiche d’Europa (1866, 1870). Raccogliendo una tradizione unitaria e monarchica, che l’idea dell’impero (§ 29) aveva salvato, anche a traverso le forme disgregate e molteplici dell’autonomia (§ 77) e del particolarismo nazionale (§ 108), l’Italia si ricongiungeva a nazione, nell’ordinamento politico di una monarchia costituzionale rappresentativa, in cui i diversi organi, distribuiti con un regolare sistema di controlli e di garanzie interne e con determinazione di competenze, provvedono alla vita pubblica, congegnati opportunamente con la partecipazione del popolo, il quale, per opera di una rappresentanza, che avrebbe dovuto essere designata con la scelta degli individui più adatti, concorre alla formazione della volontà politica. L'opera legislativa, svolta nella fase costitutiva del nuovo Regno, sotto l’impulso delle idee liberali, aveva